A gennaio vengono presentate le nuove tendenze per l’uomo contemporaneo. Ne parliamo con Raffaello Napoelone, a.d. della manifestazione fiorentina
A cura di Margherita Calabi e Benedetta Gandolfi
Dove sta andando il mercato del fashion? E come si sta evolvendo Pitti Immagine Uomo, la piattaforma internazionale di riferimento per la moda maschile? “La nostra non è una fiera in senso canonico, ma un appuntamento lifestyle di portata globale, un grande evento per tutti gli operatori del settore fatto di nuove idee, proposte innovative e opportunità per le aziende coinvolte”, racconta Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine e patron della 95esima edizione di Pitti Uomo che si svolge dall’8 all’11 gennaio 2019.
“Chi lavora nella moda non può non esserci: è qui che si anticipano le tendenze del mercato grazie a un lungo e continuativo lavoro di scouting. È un evento davvero unico, su cui investiamo ogni anno sempre di più, che ci sta dando ottimi risultati e molte soddisfazioni”.
Pitti Immagine è la realtà che ha fatto di Firenze una città importantissima nel mondo del prêt-à-porter. Dal 1952 fino al 1982 la Sala Bianca di Palazzo Pitti è stata palcoscenico di memorabili sfilate, grazie alle quali la moda italiana è diventata un fenomeno mondiale, per dimensione economica e influenza d’immagine. Nel 1987 Marco Rivetti, patron del gruppo Gft e protagonista del connubio impresa/stilisti, venne nominato presidente e amministratore delegato del Centro di Firenze per la Moda Italiana.
Un’immagine della manifestazione Pitti Uomo 94 nel giugno 2018
“Proprio con Marco Rivetti, nel 1989, l’industria italiana decise di rilanciare le attività fieristiche su Firenze legate all’uomo e al bambino”, precisa Napoleone. E aggiunge: “allora si prese la decisione di rafforzare le manifestazioni e di sviluppare un serio programma di eventi e cultura della moda (Pitti Discovery, ndr)”. Nel gennaio 2019 si festeggiano i 30 anni della nascita di Pitti Uomo che è diventato un appuntamento ricco di stimoli, emozioni e contenuti. Qui si viene per vedere il meglio.
“Il nostro lavoro è cercare nuove idee e aziende innovative in giro per il mondo”. Non solo Stati Uniti ed Europa, ma anche Africa e la zona Euroasiatica. “In passato abbiamo dato spazio a Nigeria, Brasile, Ucraina, Georgia, Corea, Giappone, Finlandia, Sudafrica, Turchia, Danimarca e Australia. Per questi Paesi è una grande opportunità essere presenti su questa piattaforma. A oggi gli espositori internazionali sono intorno al 45%”, aggiunge.
Pitti Uomo 95. La manifestazione è un contenitore di idee, progetti ed eventi speciali. The Pitti Box è il tema dell’edizione di gennaio 2019 di Pitti Uomo, Pitti Bimbo e Pitti Filati. I tre saloni diventeranno una sorta di viaggio dove, attraverso box sensoriali e una video-art gallery, si sperimenterà una sintesi di fashion, cibo e arte.
“Nel mondo della moda, oggi, bisogna essere curiosi per coglierne le sperimentazioni. Non c’è un’unica tendenza da seguire, sarebbe una limitazione. Quella che trattiamo è una materia viva. L’abbigliamento classico formale viene da tempo cantato come finito, ma questo non è vero. Lo definirei piuttosto un formale rivisitato ed è una parte significativa del business. Non ha le accelerazioni dello stile urban e dello sportswear, ma gli stilemi dell’uomo restano ed evolvono. Siamo partiti per promuovere il formale, oggi invece ci ritroviamo a promuovere tanti stili e tante idee imprenditoriali innovative”.
Un’immagine della campagna Pitti Uomo 95
Per esempio il designer Aldo Maria Camillo, il Pitti Italics Special Event, esordirà in una prima assoluta con il brand che porta il suo nome. “Siamo una piattaforma di lancio di nuovi progetti e non vogliamo rubare la scena ad altri luoghi dove la moda ha una sua ben definita collocazione. Ogni città italiana deve giocare la sua partita, valorizzare ciò che ha di meglio e di consolidato”, sottolinea Napoleone.
“Le parole d’ordine sono collaborazione, scambio, cultura e multidisciplinarietà. Solo così si possono attrarre i creativi dal mondo e aprirsi a un dialogo circolare. Ciò che ci contraddistingue è anche il nostro spirito di ricerca. Andiamo in giro per le fashion week, non solo in quelle blasonate ma anche in luoghi minori. Spesso è lì che succedono cose diverse e interessanti”.
Il guest designer. Y/Project, con il suo direttore creativo Glenn Martens, è protagonista di un evento speciale dove sarà presentata la collezione maschile per l’autunno-inverno 2019/20. Il designer belga ha creato un linguaggio estetico nuovo con un’eleganza fatta di riferimenti eclettici. Un design concettuale frutto di una visione della moda molto personale dove c’è spazio per sperimentazione e divertimento.
La Guest Nation. Il Portogallo sta diventando un luogo di grande dinamismo dal punto di vista della moda e della creatività. Per questo è nato il progetto di Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con Selectiva Moda. Otto marchi selezionati presenteranno le loro collezioni per l’autunno-inverno 2019/20 nel Padiglione Centrale della Fortezza da Basso, offrendo un panorama del made in Portugal. Label emergenti, marchi artigianali e maison già affermate come Hugo Costa, che gioca sulle costruzioni e sui volumi tra minimalismo, architettura e street culture; Nycole, che si ispira ai classici dell’universo maschile e richiama i dettagli dello sportswear e Caiagua, giovane brand che si focalizza su un outerwear funzionale.
E poi Ecolã, la più antica fabbrica artigianale familiare certificata di origine portoghese, specializzata da tre generazioni nella produzione della lana (dalla tosatura alla filatura, fino alla tessitura) e del tessuto burel, un feltro realizzato con il vello particolarmente resistente di un montone locale. Lato accessori, il marchio emergente di occhiali Poente, le calzature di Labuta, il brand di calze WestMister, creato nel 2016 da Luís Campos e Vanessa Marques e Ideal & Co, specializzato soprattutto in borse e bagagli in pelle (e in tela) realizzati con un processo di fabbricazione ecologica.
Un’immagine della campagna Pitti Uomo 95
Qualche numero. Se sui dati macro in Europa non c’è da rallegrarsi, sul tessile, l’abbigliamento, la pelletteria e le calzature si può tirare un sospiro di sollievo. Il rallentamento in Italia non c’è stato: il 3° trimestre 2018 sul 2017 ha segnato un +3,6%, il 2° trimestre un +6%.
“Il saldo sarà positivo”, dichiara Napoleone. E aggiunge: “è ottimo l’andamento dell’export che, in generale, è aumentato del 7%. La Cina cresce del 16% mentre gli scambi in Europa sono cresciuti dell’1%, un dato basso ma comunque non male. In termini di export, l’Italia per la Cina è il secondo Paese dopo il Vietnam e il primo fornitore della pelle. Quanto a noi, registriamo presenze in crescita su tutte le nostre manifestazioni. Il mercato del bambino ha in corso un cambiamento del sistema distributivo e quindi è più asfittico, ma nel salone i numeri sono buoni perché l’offerta è sempre più allargata. Il fatturato di Pitti Immagine si aggira intorno ai 40 milioni di euro”.
Consolidare il digital. “Vogliamo rafforzare sempre di più la nostra strategia digitale. L’obiettivo è continuare a investire per fare di più e meglio”, racconta Napoleone. Pitti Immagine ha da poco assunto il controllo totale di FieraDigitale, la società che gestisce il salone virtuale e-Pitti.com. “Abbiamo lavorato molto e con grande impegno facendo in modo che l’azienda usasse nuove tecnologie in anticipo”. A giugno 2011 ha debuttato e-Pitti.com con l’obiettivo di permettere ai buyer di prolungare virtualmente la loro visita alle manifestazioni dedicate a uomo, bambini e filati.
Oggi il 26% dei compratori transita unicamente sulla piattaforma senza passare da Firenze, aggiungendosi quindi al numero di visitatori reali. Nell’ultima edizione, e-Pitti.com ha presentato 1.366 marchi, di cui 910 per Pitti Uomo (il 90% del numero totale degli espositori presenti al salone) e 8.134 prodotti. Oltre 56.000 foto sono state realizzate e più di 350.000 pagine viste, di cui il 39% via smartphone. Infine, Pitti Uomo ha dato vita a The Digit Bar per dare spazio alle start-up innovative.
Il focus è su 7 realtà italiane di alto profilo, dal respiro globale e con un bacino di utenza internazionale, nate da professionisti del mondo web, tech e retail che si sono misurati in progetti unici nel loro genere: servizi pensati per incrementare il fashion e lifestyle business con una visione smart e tecnologica.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di gennaio del magazine Wall Street Italia.