Cresce l’impegno di Invesco sul fronte degli investimenti responsabili. Ne abbiamo parlato con Sergio Trezzi che guida la filiale italiana
A cura di Sandra Riccio
Dott. Trezzi, su cosa siano gli Investimenti responsabili si osservano differenti definizioni all’interno dell’industria finanziaria. Ma cosa vuol dire per Invesco “Investimento responsabile”?
“Quello degli investimenti responsabili è un tema molto ampio. Invesco è impegnata a offrire soluzioni che aiutino gli investitori a migliorare il proprio stile di vita attraverso un’esperienza superiore di investimento. Una componente fondamentale di questo impegno è offrire forti performance nel lungo termine ai nostri clienti, rispettando al contempo i nostri obblighi fiduciari e assicurando un ambiente sostenibile per le future generazioni. Riteniamo altresì che l’integrazione dei fattori Esg nelle nostre decisioni di investimento non debba compromettere i risultati futuri che offriamo ai nostri clienti, bensì contribuire attivamente all’obiettivo d’investimento – il cosidetto impact investing.
In cosa si distingue Invesco dalle altre società di investimento?
“Una nostra peculiarità è stata quella di creare un perimetro d’azione entro cui circoscrivere questo tipo di filosofia di investimento. Abbiamo circa 60 miliardi di euro investiti nel rispetto dei criteri Esg. In questo modo si è creata una sorta di cultura unica in questo campo, grazie anche all’implementazione di una piattaforma di screening molto efficiente che permette ai nostri gestori di individuare i titoli da selezionare. Va altresì evidenziato che i temi di responsabilità ambientale, sociale e di governance sono vissuti come un supporto alla realizzazione della gestione piuttosto che come un ordine di implementazione.
In Invesco, i criteri Esg diventano dunque parte integrante del nostro processo di investimento”.
L’integrazione dei criteri Esg come sta impattando sull’industria finanziaria nel suo complesso?
“Comprendiamo l’importanza del tema e siamo molto attivi in questo campo con numeri concreti nel caso della corporate governance, avendo votato nel 99,6% di 18 mila assemblee in 72 mercati. Passando invece al tema ‘Environmental’ il messaggio è molto semplice: vogliamo lasciare un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. L’accento è quindi posto su temi come quello dell’inquinamento, scarsità dell’acqua e delle altre risorse naturali.
Alla luce dell’enfasi su questo tipo di tematiche, occorre però capire meglio come gli investitori si rapportano a queste tipologie di investimenti. Il metodo più semplice, e che arriva più facilmente anche ai piccoli investitori, è quello di escludere e/o sostituire determinati settori di investimento come quello delle armi o quello del tabacco.
Quanto è sensibile il mercato italiano a questo approccio di sostenibilità degli investimenti? Quali sono le sue prospettive?
“Il mercato italiano si sta aprendo a questo tipo di investimento ma non dimentichiamoci che nei Paesi del Nord Europa e della Francia è un tema molto sentito da parecchi anni.
I criteri di Esg variano da Paese a Paese, benché nel 2015 le Nazioni Unite abbiano identificato un linguaggio comune definendo 17 ‘Sustainable Development Goals’ da implementare entro il 2030”.
Entrando più nel dettaglio, qual è la vostra offerta di strategie Esg per i clienti italiani?
“Per rispondere alle esigenze di una pluralità di clientela abbiamo ad oggi suddiviso la nostra gamma d’offerta in tre macro categorie.
Nella prima facciamo rientrare tutti i fondi che incorporano ‘sustainable’ nel nome del prodotto: essi sono gestiti al 100% con strategie Esg. Nella seconda categoria annoveriamo invece i prodotti che contengono il termine ‘select’ nel nome del fondo, i quali sono gestiti tramite l’approccio Esg ad esclusione.
La terza categoria invece è quella più ampia, che raggruppa i fondi che non hanno menzioni specifiche nel nome del comparto, la cui adesione ai criteri Esg dipende dal tipo di approccio gestionale nel periodo specifico di riferimento”.
Può farci qualche esempio di una vostra strategia Esg?
“Sempre basandoci sulle tre categorie identificate prima, menzioniamo in ordine: Invesco Global Sustainable Allocation Fund, Invesco Global Targeted Returns Select Fund e Invesco Global Small Cap Equity Fund”.