Economia

Previsioni economisti: come si muoveranno le banche centrali nel 2019

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Nell’Eurozona i tassi torneranno a zero, dal -0,4% attuale, solo nel secondo trimestre del 2020, con un primo rialzo nell’ultimo trimestre di quest’anno. Per la Fed, spronata da dati economici assai più robusti negli Stati Uniti, la scalata prevista per il 2019 sarà di mezzo punto fino a quota 3% – è là si fermerà per tutto il 2020. Sono queste alcune delle previsioni essenziali degli economisti sul comportamento delle maggiori banche centrali, aggiornate al 14 gennaio, e assemblate da Bloomberg.

 

 

I Paesi del G7 sono accomunati da una generale previsione verso il rialzo dei tassi nel 2019, con l’importante eccezione del Giappone (fermo a -0,1%). La Fed, la più avanzata nel processo di normalizzazione della politica monetaria, sarà anche la prima a prendersi una pausa. Per la Banca d’Inghilterra, che probabilmente agirà di conseguenza al percorso che imboccherà la Brexit, la previsione per il 2019 è, invece, attestata a un rialzo complessivo dallo 0,75% all’1%.

Per la Banca centrale europea, prevale un’attesa moderata sui possibili rialzi dei tassi nel 2019, da -0,4% a -0,25%. A motivare questa prudenza ci sarebbe la prospettiva di un rallentamento dell’economia dell’Area euro e un indebolimento dei prezzi energetici.

Nel grafico in basso, che incrocia i dati sulle stime degli economisti attualmente note, è possibile vedere in rosso i Paesi per i quali è atteso un rialzo dei tassi, in nero quelli ove è atteso un ribasso e in colore grigio le banche centrali che resteranno in attesa nel corso del 2019.

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Allargando lo sguardo a Cina e India prevale la previsione sul mantenimento dei livelli dei tassi da parte delle rispettive banche centrali. La Russia, invece, dovrebbe iniziare una fase di alleggerimento a partire dal terzo trimestre del 2019 (di un quarto di punto entro fine anno). “Forse la più grande incertezza in Russia è la minaccia di ulteriori sanzioni degli Stati Uniti”, ha scritto l’agenzia Bloomberg, “la geopolitica non lascia mai i pensieri della banca centrale”.