Tracollo a Piazza Affari per il titolo Tim che lascia sul terreno il 9% circa, arrivando a 0,4772 euro, ai minimi dall’estate 2013.
Un bagno di sangue in borsa che segue l’annuncio di ieri dato dalla stessa società guidata da Luigi Gubitosi che in sostanza il piano Genish è archiviato. “Non esattamente un profit warning” scrive Il Sole 24 Ore visto che gli analisti avevano già iniziato a rivedere le stime, ma la previsione aziendale, basata sui dati preliminari, che l’Ebitda “organico” sul mercato domestico risulterà in diminuzione “mid single digit”, nell’intorno di un – 5%. Per il 2018 l’ebitda consolidato complessivo organico è atteso intorno ai 8,1 miliardi, mentre il piano precedente presentato dall’ex ad in quota Vivendi, Amos Genish puntava a una crescita media annua del 2-3%.
L‘indebitamento finanziario netto consolidato rettificato del gruppo guidato da Luigi Gubitosi (nella foto) è atteso nell’intorno di 25,2 miliardi di euro dopo il pagamento di licenze per 513 milioni di euro” precisa il gruppo ma avverte che “poiché tutte le attività di consuntivazione del Bilancio 2018 sono tuttora in corso, tali informazioni gestionali non devono essere considerate definitive e sono suscettibili di variazioni.
In sostanza l’ultimo trimestre dell’anno è andato peggio del previsto ma anche il 2019 non promette bene. Le prime stime per la Business Unit Domestic ipotizzano un andamento negativo a causa di dinamiche competitive che hanno impattato l’esercizio 2018 e che si prevede influiscano anche sul 2019.
Un cda fiume quello di ieri, che dall’ora di pranzo si è prolungato fino alle 20, l’ennesima resa dei conti tra gli azionisti Elliott e Vivendi e dove si è discusso tra le altre cose dell’operato dell’ex amministratore delegato sfiduciato Genish, che tuttora siede nel board.
Un antipasto dell’assemblea attesa per fine marzo, che dovrà esprimersi anche sulla revoca di cinque consiglieri chiesta dai francesi di Vivendi.