Delta Air Lines è il partner industriale tanto cercato da FS per il dossier Alitalia. Il vettore americano insieme a Air France-Klm potrebbe entrare nel capitale della «newco» Alitalia ognuno con una quota del 20 per cento.
Oltre al 40% in mano ai due vettori esteri, gli altri soci sarebbero Fs con una quota di minoranza 25-30%, il ministero dell’Economia al 15%, mentre il residuo 10-15% verrebbe coperto da una o due altre società pubbliche, come Cassa Depositi e Prestiti anche se non si esclude l’ipotesi Poste Italiane.
Tuttavia dietro l’ingresso di Air France e Delta Air Lines con una quota totale del 40%, vi è il rischio concreto di una paventata riduzione degli aerei e del lungo-raggio il che porterebbe a 2-3mila esuberi. Il piano industriale di Delta Airlines difatti punta a mantenere quasi totalmente l’attuale flotta Alitalia, ma sul fronte occupazionale vengono previsti solo 9mila e 10mila dipendenti, quindi a conti fatti dai 2mila ai 3mila esuberi.
Sindacati subito sul piede di guerra. Un fatto positivo l’accelerazione delle trattative – dice la Uilt – ma “la stessa notizia diventerebbe negativa se il piano industriale, che il sindacato ad oggi ancora non conosce, si dovesse orientare su una riduzione degli aerei di lungo raggio”.
Occorre una smentita immediata da parte del governo in merito a possibili esuberi in Alitalia e una tempestiva convocazione presso il Mise per l’apertura di una sede di confronto di crisi permanente sulla vertenza.
Così la Filt Cgil reclama mentre il Vicepremier Luigi Di Maio taglia corto.
Stiamo ancora facendo il piano industriale, è prematuro parlare di questo.