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Banche Ue, fine “oligopolio”: Psd2 rivoluzionerà sistema pagamenti

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“Tutto ciò che fanno le banche riguarda i dati, quindi nel momento in cui si aprono i dati a terze parti si consente una separazione tra la persona che gestisce la relazione con il cliente e la persona che fornisce i servizi di bilancio per la prima volta”. È un monito chiaro quello pronunciato da Antony Jenkins, l’ex ad di Barclays, ora imprenditore FinTech.

La Psd2 potrebbe cambiare il business bancario più di quanto si possa immaginare. Entrata in vigore a gennaio, questa direttiva europea apre i dati sui conti a nuovi soggetti, che potranno fornire alcuni servizi finanziari. In particolare, nell’ambito dei pagamenti (Pisp) e nella gestione complessiva delle informazioni (Aisp), ovvero piattaforme in grado riunire in un’unica interfaccia le informazioni sui conti dislocati in più banche.

I vincitori di questo [nuovo contesto] saranno i soggetti che potranno prendere quei dati da più istituzioni finanziarie, combinarli con altre fonti di dati e aggiungere valore al cliente”, ha aggiunto Jenkins, che da parte sua ha fondato la 10x Future Technologies, proprio per aiutare le banche a gestire i loro dati.

A cogliere le opportunità della direttiva saranno sicuramente i big del settore tecnologico. “Sta diventando una competizione globale, con Facebook, Google e Amazon e società fintech più piccole, tutte in competizione con alcuni frammenti dell’attività bancaria”, ha dichiarato al Financial Times Rune Bjerke, ceo della norvegese Dnb, “con la Psd2 saremo attaccati ancora di più da questi attori fintech e player internazionali”.

L’apertura dei dati a società che processano i pagamenti, secondo i promotori della direttiva, permetterà al consumatore di risparmiare sui costi di transazione, in virtù della nuova concorrenza aperta dalla Psd2. Per le banche, dall’altra parte , questo significa altro stress. I nuovi competitor non potranno detenere depositi o erogare prestiti (attività che restano in capo alle banche), ma potranno incunearsi nel mondo delle transazioni, in particolare quelle online, evitando l’utilizzo di carte di credito (e delle app che ad esse si appoggiano come PayPal).

Nessuno sa ancora esattamente quanto grande sarà l’impatto della direttiva. Ad esempio, resta da capire quanti clienti saranno disposti a fidarsi di una startup per la gestione e l’analisi dei loro dati bancari.