Dopo aver chiuso ieri a -2,01% a 0,487 euro, ai minimi di agosto 2013, con una capitalizzazione sotto i 10 miliardi di euro, continua a perdere terreno oggi in Borsa il titolo Tim che al momento segna una flessione del 3,1% a 46,1 cent, con scambi per 80 milioni di pezzi da una media giornaliera di 91 milioni, dopo aver segnato un nuovo minimo storico a 46 cent.
A pesare sul gruppo tlc italiano il profit warning lanciato giovedì scorso. Con una mossa a sorpresa il cda di Tim ha rilasciato i conti preliminari del 2018 indicando un ebitda consolidato a livello organico a 8,1 miliardi di euro e un ebitda delle attività domestiche in calo del 5%. Ma a pesare anche le incognite sul destino della rete della società guidata dall’ad, Luigi Gubitosi, mentre continua la battaglia tra i due azionisti , la media company Vivendi e l‘hedge fund Elliott. Ieri la notizia della bocciatura da parte dell’Agcom del progetto di separazione della rete messo a punto dall’ex ad in quota Vivendi, Amos Genish. L’Autorithy ha pubblicato il proprio documento di analisi circa la proposta di separazione delle infrastrutture di rete fissa, ritenendo che la separazione legale non accompagnata da una modifica del controllo della NetCo (cioè il veicolo a cui verrebbe conferita l’infrastruttura e che nella proposta di Tim resterebbe controllata al 100% da Telecom, ndr) non sia sufficiente per una riduzione dei principali obblighi regolatori. Commenta a caldo un portavoce di Elliott:
I recenti risultati finanziari e la decisione di Agcom evidenziano che le decisioni del precedente Cda sotto il controllo di Vivendi, motivate da presunte ragioni industriali, hanno avuto come risultato un anno di distruzione di valore e di tempo perso a spese di Tim, dei suoi azionisti, e dell’intero Paese.