In una lettera scritta in concomitanza con l’avvio dei lavori al World Economic Forum di Davos, un finanziere molto influente ha lanciato un allarme agli investitori sui rischi rappresentanti dalle tensioni sociali. Il messaggio è stato ricevuto e sta facendo il giro a Davos, in Svizzera.
Nella sua lettera annuale ai clienti, Seth A. Klarman, l’investitore miliardario americano che gestisce e ha fondato il fondo hedge Baupost Group, avverte che le divisioni politiche e le tensioni sociali rischiano di provocare una “calamità economica”.
“Tra le proteste e le rivolte costanti, tra lo shutdown e l’escalation delle tensioni sociali, non possiamo continuare a fare finta di nulla“, scrive il numero uno del fondo hedge di Boston, noto per aver fatto fortuna acquistando asset finanziari quando erano sottovalutati.
Il suo messaggio è quello di incoraggiare a suonare campanelli d’allarme come di solito succede a Davos. Secondo Klarman i livelli montanti di debito nei paesi industrializzati negli ultimi dieci anni, ossia dalla grande crisi finanziaria del 2008 a oggi, potrebbero causare un “panico finanziario”. La leggenda degli investimenti, si dice preoccupata soprattutto dal fardello del debito negli Stati Uniti.
“Non c’è modo di sapere quando troppo debito è veramente troppo, ma l’America toccherà il punto di rottura nel momento in cui il mercato del debito diventerà improvvisamente più scettico e la gente si rifiuterà di darci soldi in prestito a tassi di interesse che non possiamo più permetterci“.
“Quando questa crisi si manifesterà, sarà con ogni probabilità sarà troppo tardi per mettere le cose in ordine”.
Le turbolenze politiche in Usa per via dello shutdown, le tensioni commerciali sino americane, le proteste dei Gilet Gialli in Francia e le incertezze sulla Brexit hanno spinto diversi leader mondiali tra cui il presidente americano Donald Trump, il leader francese Emmanuel macron e la premier britannica Theresa May a dare forfait.
Nonostante le defezioni importanti, il World Economic Forum che ha preso il via in settimana rimane uno degli appuntamenti più importanti dell’anno in grado di attirare i principali protagonisti del settore pubblico e privato. Visti i suoi contenuti esplosivi, la lettera del value investor 61enne, secondo quanto riferito dal giornalista del New York Times Andre Ross Sorkin non è affatto passata inosservata.
Citando le proteste violente dei “Gilet Gialli” in Francia, che si potrebbero diffondere a macchia d’olio in Europa, Klarman ha osservato che “le tensioni sociali rimangono una sfida per le democrazie di tutto il mondo e viene da chiedersi quando gli investitori prenderanno nota di quanto sta accadendo”.
“La coesione sociale è essenziale per chi ha capitali da investitire“, dice Klarman. Sottovalutare i campanelli d’allarme lanciati dalle tensioni sociali e dalla scalata negli indici gradimento dei movimenti anti establishment sarebbe un errore grave.