Si è riunito oggi il consiglio d’amministrazione della Banca popolare di Bari, l’istituto che, dopo Carige, ha attirato su di sé l’attenzione. Anche in questo caso le difficoltà dell’istituto derivando dal livello dei crediti deteriorati.
Si tratta di 2 miliardi di euro di crediti incagliati o in sofferenza che, secondo le ultime indiscrezioni pubblicate da Reuters, dovrebbero essere riuniti in uno special purpose vehicle che comprenda tutta la parte malata della banca. Nel frattempo, la banca popolare punterebbe a trasformarsi in Spa attraverso la costituzione di una holding che mantenga lo status mutualistico, e una sub-holding che per l’appunto avrebbe la forma di Spa. In quest’ultima società andrebbero poi a confluire gli asset sani della Popolare di Bari.
Il Cda odierno ha però solo una funzione preliminare, in vista della della decisione del prossimo piano industriale, prevista per il 30 gennaio. Sarà all’interno di quest’ultimo piano che si capiranno le future mosse della banca verso una maggiore solidità patrimoniale. Un processo reso ancor più necessario dall’incremento delle coperture sui crediti deteriorati caldeggiato dalla Bce.
Fra le proposte circolate sugli organi di stampa c’è l’emissione di un bond subordinato da 200 milioni di euro. “Indiscrezioni di fonte finanziaria” citate dall’Espresso stimano, però, ad “almeno 500 milioni”, i fondi da raccogliere sul mercato sotto forma di nuove azioni e di obbligazioni per il rilancio della banca.
In serata l’ufficio stampa della Popolare di Bari non ha smentito l’ipotesi della costituzione di una “super holding” che potrebbe aggregare anche altre banche del Centro-Sud.
“L’attenzione degli organi della banca è in questo momento interamente rivolta alla definizione del piano industriale, che sarà sottoposto alla riunione convocata il 30 gennaio per l’approvazione definitiva da parte del Consiglio di Amministrazione. In tale contesto, una eventuale ipotesi aggregativa nell’ambito del sistema delle Banche Popolari, non potrà che rispondere ad un principio di par condicio tra i partecipanti al progetto, nel rispetto sia dei Soci che delle peculiarità delle loro banche”.