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Stati Uniti rischiano crescita zero, se non mettono fine allo shutdown

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Se il governo federale non riaprirà, gli Stati Uniti potrebbero non registrare alcuna crescita economica nel primo trimestre: lo ha detto Kevin Hassett, presidente del Council of economic adviser della Casa Bianca all’emittente “Cnn”.

“Se (l’arresto) verrà prolungato per l’intero trimestre, e considerato che il primo trimestre tende ad essere basso a causa della stagionalità residua, si potrebbe finire con un numero molto vicino allo zero”, ha detto. Alla domanda se la crescita del Pil potrebbe azzerarsi nel trimestre, Hassett ha risposto: “Sì, potrebbe (…) Ma poi il numero del secondo trimestre sarebbe enorme se il governo riaprisse, intorno al + 4 o +5 per cento”, ha detto Hassett.

La chiusura del governo federale (il cosiddetto “shutdown”) è giunto al suo 34esimo giorno. Oggi il Senato voterà due proposte di legge, una dei Repubblicani (che prevede la riapertura del governo insieme al finanziamento al muro di confine voluto dal presidente Donald Trump) e una dei Democratici (che finanzia il governo fino al 8 febbraio) che prevede 5,7 miliardi di dollari o più per potenziare la sicurezza ma senza la costruzione del muro che il presidente americano vuole tra Usa e Messico.  Il tutto solo dopo che la paralisi parziale del governo federale è terminata. Lo ha detto alla stampa Bennie Thompson, il terzo democratico più importante nella Camera Usa (dal 3 gennaio controllata dai Dem).

“A questo punto, l’ammontare di denaro centrerà o supererà quanto chiesto dal presidente”, ha spiegato il deputato. Il piano dei Dem sarà presentato a Trump in una lettera e prevede fondi decisamente superiori a quelli da 1,3 miliardi di dollari che fino ad ora erano stati disposti a infilare in una qualsiasi legge di spesa pensata per riaprire il governo. Come allora, anche in questo caso il focus non sarebbe su barriere fisiche ma su nuove tecnologie e più personale.

Nel fine settimana l’inquilino della Casa Bianca aveva presentato il suo “compromesso”, bocciato dai democratici ancora prima che lui lo presentasse rivolgendosi alla nazione per la seconda volta in 14 giorni. Trump aveva proposto di estendere di tre anni la protezione dall’espulsione di circa 700mila “Dreamers” (le persone che molti anni fa furono portate su suolo americano senza permesso di soggiorno) in cambio dei 5,7 miliardi di dollari per la costruzione del muro.

Ieri intanto Trump ha accettato la proposta della speaker della Camera Nancy Pelosi che gli ha chiesto di slittare il discorso sullo Stato dell’Unione – quello dove il presidente fa il bilancio dell’anno appena trascorso e presenta le politiche di quello appena iniziato – previsto per il 29 a camere riunite. Chiedendogli in alternativa di tenerlo in privato dalla Casa Bianca visto che a causa della chiusura parziale del governo federale non sarebbe possibile garantire l’adeguata sicurezza.