Mentre regna la totale incertezza sul futuro della Brexit, si susseguono indiscrezioni stampa, talvolta contrastanti, sulle possibili conseguenze di un divorzio da Londra senza accordo. Ipotesi, quest’ultima, che in base ai rumors pubblicati dal Sun nel fine settimana, sarebbe stata esclusa dalla premier Theresa May.
Secondo quanto ha riportato il Sunday Times, nel caso di “no-deal, alcuni funzionari dell’amministrazione May starebbero pensando perfino all’introduzione della legge marziale“, per far fronte a possibili disordini. L’obiettivo sarebbe quello di ristabilire l’ordine all’indomani del 29 marzo prossimo. È la data dell’attivazione dell’articolo 50.
Alla base di queste ipotetiche drastiche misure ci sarebbe il Civil Contingencies Act 2004, ovvero la legge che dà al governo strumenti come il coprifuoco, il divieto di viaggiare e la confisca dei beni per sedare i tumulti e fermare qualsiasi disobbedienza civile.
Secondo fonti del Gabinetto della premier, riporta sempre il domenicale, il vice direttore del Segretariato delle Contingenze Civili, Robert MacFarlane, avrebbe partecipato alle discussioni dei funzionari di Whitehall su questi temi.
La settimana scorsa l’Evening Standard scriveva che May sarebbe pronta a far schierare 3.500 militari nelle strade britanniche con compiti ausiliari nel caso di una Brexit ‘no deal’.
Cresce intanto l’attesa per domani, quando si voterà l’emendamento laburista che potrebbe rivoluzionare il corso dell’uscita dall’Ue: qualora venisse approvato, la Brexit potrebbe essere rimandata fino al 31 dicembre 2019.