A cura di Francesco Rialto
Quando si parla di social media e shopping online, le persone si aspettano semplicità d’utilizzo e convenienza. Quando invece si tratta di banche e servizi bancari relativi, l’aspettativa è tutt’altra.
Questo potrebbe essere solo uno dei tanti motivi per cui i millennial sembrano essere pronti a utilizzare aziende come Amazon, Google, Apple e Facebook per i loro servizi bancari. È quanto è emerso da un’indagine fatta dalla società MuleSoft su un campione di 10000 persone.
Il settore delle banche online è uno dei tanti che in questi ultimi anni sta subendo una completa rivoluzione digitale. Si parla da anni di fintech e di molte nuove aziende che stanno sviluppando dei servizi che sfruttano le tecnologie digitali per offrire dei migliori servizi finanziari e più al passo con i nostri tempi. Un esempio lampante lo offre il caso della blockchain.
Banche, la più grande rivoluzione degli ultimi decenni
All’interno di quest’ondata di novità non potevano mancare all’appello i grandi Big dell’online. Multinazionali come Google, Amazon e Facebook iniziano a far tremare i vecchi colossi di settore.
Giusto in questi ultimi mesi l’Europa ha iniziato ad aprirgli le porte. Amazon ha avuto l’autorizzazione a operare dall’autorità monetaria del Lussemburgo, Google da quella lituana e Facebook da quella irlandese.
Dopo la direttiva europea SEPA che ha aperto il mercato europeo dei pagamenti, si è aggiunta dal 15 gennaio la normativa europea PSD2. Questa permette infatti ad aziende come Amazon e Facebook di diventare dei PISP (Payment initiation service provider).
In breve diventeranno degli istituti che potranno connettersi, dopo l’autorizzazione del cliente stesso, ai prodotti bancari. Quindi a carte di credito e conto corrente, per esempio. In questo modo potranno raccogliere direttamente i pagamenti dovuti.
In questo modo le banche perderanno quel monopolio sui dati dei clienti, che era una delle poche cose redditizie ancora valide dopo il taglio delle commissioni interbancarie.
Banche online: non solo sistemi di pagamento
Quello a cui però puntano i Big però, come specificato da un analista di greenwallet.it, non è solo il mercato dei sistemi di pagamento elettronici, ma quello che gira attorno a tutti quei servizi molto redditizi gestiti dalla banche, come i prestiti bancari e i mutui.
I prestiti, un servizio già attivo e in funzione negli Stati Uniti su Amazon, per tutti i venditori esterni che utilizzano la loro piattaforma. Secondo il Financial Times questa è la più grande rivoluzione bancaria degli ultimi decenni.
Di fronte a questo scenario le banche iniziano ad essere in allarme. Sarebbe infatti molto semplice per un colosso come Facebook raccogliere decine di milioni di nuovi correntisti in pochissimo tempo.
L’unico sospiro di sollievo è dato dal fatto che non ci si ancora tanta chiarezza in merito.
Uno dei dubbi legali rimasti in sospeso, riguarda la possibilità di poter operare su tutto il territorio europeo con in attivo una sola licenza bancaria emessa da un singolo paese UE.
Al momento non ci resta che aspettare e vedere cosa decideranno in merito i regolatori europei.