Tensione alle stelle tra Stati Uniti e Cina per il caso Huawei proprio mentre le delegazioni dei due paesi si preparano domani e dopodomani a riprendere i negoziati commerciali volti a evitare una escalation a colpi di dazi.
Secondo quanto trapela dalla stampa americana, nel primo giorno feriale in cui il governo federale è tornato a lavorare dopo 35 giorni di shutdown, il dipartimento Usa di Giustizia avrebbe formalizzato le accuse nei confronti della società cinese, accusandola di avere rubato segreti commerciali alla compagnia telefonica statunitense T-Mobile e di avere commesso frodi finanziarie legate all’Iran.
In due incriminazioni separate, una a Brooklyn (New York) e l’altra nello stato di Washington, funzionari dei dipartimenti di Giustizia hanno sostenuto che Huawei, la sua direttrice finanziaria Meng Wanzhou (figlia del fondatore del gruppo) e altri dipendenti hanno lavorato per anni fuorviando le banche mondiali e il governo statunitense in merito alle proprie attività in Iran.
Su questo fronte, il gruppo cinese – da tempo boicottato in Usa perché accusato di usare le sue attrezzature per “spiare” i consumatori per conto di Pechino – è stato accusato di frode bancaria, violazione di sanzioni americane e tentativo di ostruzione alla giustizia. La tesi è che l’azienda cinese abbia offerto bonus ai dipendenti che con successo avrebbero sottratto dati confidenziali ad altre aziende.
Mentre si attende la richiesta formale degli Usa al Canada per l’estradizione della Cfo di Huawei, la Cina chiede con forza agli Usa di rimuovere la richiesta d’arresto: il ministero degli Esteri, a poche ore dalla formalizzazione delle variegate accuse del Dipartimento di Giustizia americano contro la società e la manager, assicura che Pechino “proteggerà con fermezza i legittimi interessi delle compagnie cinesi”.
Dal canto suo Huawei in un comunicato si è detta “delusa di apprendere delle accuse” e di aver cercato di discuterne con il Dipartimento per la Giustizia Usa, ma che la sua richiesta è stata respinta senza spiegazioni.