Una partnership allargata nel petrolio per evitare un nuovo crollo dei prezzi. È quello a cui sta pensando l’Opec, al lavoro per creare un’intesa formale con le 10 nazioni capitanate dalla Russia con cui da oltre due anni collabora per riequilibrare il mercato di riferimento.
Lo riporta il Wall Street Journal citando funzionari del cartello di cui l’Arabia Saudita è il leader di fatto. Secondo il quotidiano americano dell’ipotesi se ne discuterà la settimana del 18 febbraio a Vienna (Austria), dove i 14 Paesi parte del cartello e i 10 che non ne sono inclusi si riuniranno.
Riad e i Paesi del Golfo stanno valutando una simile mossa mentre sono messi sotto pressione dagli Stati Unito che vogliono mantenere bassi i prezzi del barile (su cui pesa pero’ l’aumento della produzione dello shale oil americano).
All’interno del cartello non tutti sono favorevoli. L’Iran, un membro dell’Opec, si oppone a una stretta alleanza con la Russia temendo che alla fine il cartello sia dominato da Riad e Mosca (i due principali esportatori al mondo di greggio).
Sempre da Tehran, ieri, il ministro del petrolio, Bijan Zanganeh, ha comunicato che Italia e Grecia hanno smesso di acquistare petrolio dall’Iran nonostante siano tra i Paesi – gli unici dell’Unione europea – esentati fino a maggio dalle sanzioni Usa relative. L’obiettivo finale delle sanzioni, ha aggiunto, è quello di azzerare l’export e le entrate petrolifere del paese.
Per la seconda seduta di fila, ieri il petrolio ha perso quota al Nymex complice un rafforzamento del dollaro. Il contratto marzo ha perso di 90 centesimi, l’1,6%, a quota 53,66 dollari al barile. Gli investitori restano in attesa del dato di oggi sulle scorte settimanali Usa.