FCA, tonfo in Borsa del 12% e passa dopo i conti: deludono linee guida 2019
Il 2018 è stato un ottimo anno per FCA, che si è assicurata un “futuro florido” grazie alla cessione di Magneti Marelli. Tuttavia i titoli della casa automobilistica faro d’Italia hanno subito una perdita a due cifre percentuali dopo la presentazione della trimestrale. Il gruppo FCA ha archiviato il 2018 con utile netto adjusted in crescita del 34% a 5,047 euro, beneficiando della migliore performance operativa. L’ebit adjusted si è attestato a 7,284 miliardi di euro (+3% rispetto al 2017).
Considerando il solo quarto trimestre 2018 l’ebit adjusted risulta di 2,02 miliardi di euro, superiore agli 1,92 miliardi delle stime di consensus. I ricavi netti ammontano a 115,4 miliardi di euro, in aumento del 4% (+9% a parità di cambi di conversione). Gli oneri finanziari netti ammontano a 1,1 miliardi di euro, in calo di 0,3 miliardi di euro per effetto della riduzione dell’indebitamento lordo.
Il problema è che le linee guida sono giudicate basse dalla comunità di investitori e analisti. Il free cash flow industriale supererà quota 1,5 miliardi, ma risulterà più basso rispetto al 2018, per via dei maggiori investimenti e degli esborsi per penali. Nonché di altri costi in relazione alla definizione delle pendenze in materia di emissioni sul diesel negli Usa (4,4 miliardi nel 2018). “Conti 2018 ok, ma guidance più bassa delle attese”, ha sottolineato a caldo un analista di una primaria casa d’affari interpellato dall’agenzia di stampa Dow Jones. Quanto basta per far sbandare il titolo Fca in borsa -12,2%.
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A settembre, il surplus della bilancia commerciale dell’Eurozona ha raggiunto 12,5 miliardi di euro, superando le aspettative degli analisti. Le esportazioni hanno visto un leggero aumento, mentre le importazioni sono diminuite. L’interscambio commerciale all’interno dell’area euro è calato, mentre l’intera Unione Europea ha registrato un surplus di 9,6 miliardi di euro.
La Borsa di Tokyo ha terminato la giornata in calo, influenzata dalle politiche restrittive della Fed e dal crollo dei titoli tecnologici in Asia, seguendo Wall Street. Mentre le banche hanno limitato le perdite, l’indice Nikkei ha perso l’1,09% e il Topix lo 0,73%. La BoJ si prepara a un aumento dei tassi a dicembre. Hong Kong in ripresa, Shenzhen e Shanghai mostrano andamenti contrastanti.
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