Dopo Prada e Dolce & Gabbana, è toccato a Gucci fronteggiare le critiche di chi ha accusato il marchio di razzismo. Oggetto della polemica un “maglione passamontagna” che per qualcuno richiamava troppo le immagini “blackface”, indossata per 200 anni in America dagli attori bianchi per imitare in modo beffardo le persone nere in una rappresentazione razzista e stereotipata.
“Buon Black History Month a tutti” aveva twittato ironicamente una fashion blogger afroamericana, mentre molti hanno paragonato il capo a una golliwog, bambola con accentuati tratti africani di moda in Gran Bretagna all’inizio del Novecento.
Il collo del “maglione”, subito ritirato dal mercato, poteva essere sollevato fin sotto gli occhi, lasciando all’altezza della bocca un’apertura decorata con due grandi labbra rosse.
Il “caso Gucci” arriva dopo che a dicembre Prada aveva ritirato la linea di accessori Pradamalia, una collezione di animaletti mascotte perché uno di questi, la scimmietta Otto, era stato accusato di assomigliare alle caricature razziste delle persone di colore.
Anche la casa di moda Dolce e Gabbana è stata recentemente boicottata in Cina per una campagna pubblicitaria, bollata come razzista, in cui una ragazza faticava a mangiare pizza e spaghetti con le bacchette.