Lo scenario rimane relativamente positivo per i mercati azionari secondo Shamik Dhar, chief economist di BNY Mellon AM. Attenzione però a non cadere nelle sabbie mobili: inflazione, debito Eurozona, tassi di interesse guerra commerciale
Il 2019 è l’anno delle “sabbie mobili” per gli investitori e per l’economia globale, secondo Shamik Dhar, chief economist di Bny Mellon AM. Dopo un 2017 caratterizzato dalla crescita sincronizzata, un 2018 dove gli Stati Uniti hanno staccato in termini di crescita gli altri Paesi, quest’anno il rallentamento dell’economia interessa tutti.
La domanda da porsi è allora: i dati fondamentali saranno sufficientemente robusti da stabilizzare i mercati mondiali? E i prezzi degli asset rispecchiano i rischi e i trend che caratterizzano l’outlook globale?
Scenario ancora positivo
“Crediamo che nel complesso lo scenario per gli investimenti sia ancora benigno – prosegue il capo economista -. La crescita globale rimane positiva per tutti i Paesi sviluppati anche se il passo è più lento rispetto ai due anni precedenti”.
In particolare la frenata si sente di più in Cina e in Europa mentre gli Usa
“rimangono il consumatore di ultima istanza, trainando ancora l’economia globale”.
I rischi da cui guardarsi sono l’inflazione, definito “il gigante addormentato”, i tassi di interesse, il debito dell’Eurozona e le guerre commerciali.
“Se dovesse verificarsi un’impennata nell’andamento dei prezzi – spiega Dhar con riferimento all’inflazione – lo scenario positivo che prevediamo per il 2019 potrebbe infrangersi molto velocemente. La Fed alzerebbe i tassi molto più rapidamente del previsto, scatenando una fase di ribassi sugli asset rischiosi mentre il dollaro Usa si rafforzerebbe”.
I quattro rischi del 2019
Per quanto riguarda l’Eurozona
“rimane l’area più vulnerabile. Le banche italiane sono le più esposte al debito sovrano, ma anche la Spagna e il Portogallo hanno una presenza elevata dei rispettivi titoli governativi nei propri bilanci. In aggiunta le banche europee detengono quote elevate del debito di altre nazioni, aumentando così il rischio di contagio per il settore finanziario”.
Meno problematico lo scenario dei tassi che, in assenza di impennate dei prezzi al consumo, potrebbe anzi trasformarsi in una ragione di crescita per i listini azionari. Dhar ritiene che la Fed alzerà i tassi due volte nel corso dell’anno mentre la Bce potrebbe rimandare il suo primo ritocco fino al 2020. Non viene eclusa tuttavia una pausa da parte della Banca centrale americana guidata da Jerome Powell. Per contro, in Europa, avrebbe riflessi positivi una schiarita sul fronte della Brexit.
Infine il tema della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina
“potrebbe registrare un peggioramento. L’amministrazione Trump vuole che la Cina rinunci a imporre l’obbligo di trasferimento delle tecnologie per le imprese che operano nel suo mercato. Difficile, pertanto, che si arrivi in tempi brevi a una composizione della questione. Riteniamo che le tariffe verranno alzate al 25% a marzo. Gli Stati Uniti possono sopportare la pressione di una guerra commerciale mentre la Cina continuerà a soffrire e l’Europa e i Paesi emergenti con lei, visto che la loro crescita è più legata all’andamento della domanda globale”.
.