Il governo italiano torna nel mirino dell’Unione europea. Questa volta al centro delle contestazioni, c’è il premier italiano, Giuseppe Conte, invitato ieri pomeriggio a intervenire alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. Nel corso delle repliche, il leader dei liberali dell’Alde ed ex primo ministro belga, Guy Verhofstadt, ha chiesto a Conte:
“Per quanto tempo ancora sarà il burattino mosso da [i vicepremier, Luigi] Di Maio e [Matteo] Salvini?”.
Parlando in italiano, ha proseguito: “Io amo l’Italia ma oggi mi fa male vedere la degenerazione politica di questo Paese, iniziata 20 anni fa con Berlusconi e peggiorata con questo governo”.
Immediata la replica di Conte all’europarlamentare belga:
“Io non sono un burattino, forse i burattini sono coloro che rispondono a lobby e comitati d’affari”.
Il premier incassa il sostegno del Movimento e 5 Stelle, che parla di intervento “offensivo e privo di contenuti”. Duro il vicepremier Salvini, chiamato in causa da Verhofstadt:
“Che alcuni burocrati europei, complici del disastro di questi anni, si permettano di insultare il presidente del consiglio, il governo ed il popolo italiano è davvero vergognoso”. Poi l’avviso di sfratto in vista delle prossime elezioni Europee: “Le élite europee contro le scelte dei popoli. Preparate gli scatoloni, il 26 maggio i cittadini finalmente manderanno a casa qui”.
Ma Verhofstadt non è stato l’unico a mettere sul banco degli imputati l’esecutivo italiano. Numerosi eurodeputati hanno sollevato interrogativi sulle scelte di politica economica. Ma anche sui suoi comportamenti aggressivi nei confronti di alcuni partner europei (la Francia in primis). E le sue posizioni nei consessi comunitari o sul fronte migratorio.