Donald Trump non ne vuole sapere di rinunciare alla costruzione del muro con il Messico. L’accordo bipartisan al Congresso (Senato prima e Camera poi) permetterà agli Stati Uniti di scongiurare un nuovo shutdown dopo quello più lungo della storia americana.
Ma non consentirà all’inquilino della Casa Bianca di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale su una delle misure faro della sua agenda. Pertanto il leader dei Repubblicani ha dichiarato l’emergenza nazionale nel tentativo di assicurarsi i finanziamenti necessari a portare a termine il suo ambizioso progetto.
Per il muro con il Messico servono almeno 8 miliardi
“I muri funzionano per fermare il crimine e i trafficanti”, ha annunciato il 72enne tycoon immobiliare per giustificare il ricorso a una misura non così rara ma certamente estrema. “Il presidente metterà fine alla crisi di sicurezza nazionale e umanitaria al confine”, ha spiegato Sarah Sanders, la portavoce della Casa Bianca.
Trump vuole issare un muro al confine tra gli Stati Uniti e il Messico, dove per la verità esistono già delle barriere doganali. Per farlo, secondo le stime, avrebbe bisogno di almeno 8 miliardi di dollari che il Congresso non gli ha concesso. I Repubblicani reputano che ci potrebbero volere anche $12-15 miliardi. C’è chi dice che si potrebbe arrivare fino a $67 miliardi.
In campagna elettorale Trump aveva parlato di un muro di cemento lungo mille miglia (1.609 chilometri), ricordando che le restanti 2 mila miglia di confine erano coperte da barriere. Una proposta dell’amministrazione esiste già. Nel 2018 il governo ha avanzato un progetto per la costruzione di mura e recinzioni lungo 722 miglia. Nel testo si fa riferimento all’utilizzo di droni e altri metodi di sorveglianza. Come materiale si preferirebbe l’acciaio al cemento, con Trump che propone “una fila di barriere d’acciaio dal design artistico”.
Emergenza nazionale: cosa significa
Alcuni specialisti in ambito legale sostengono che l’emergenza nazionale è una dichiarazione che deve allarmare. Perché è un abuso di potere da parte del presidente per ottenere finanziamenti dal Settore della Difesa, da destinare ai progetti che ritiene impellenti.
La costituzione americana, tuttavia, consente al presidente di usurpare una prerogativa che sarebbe del Congresso. In questo caso le due Camere (la Camera in mano ai Democratici e il Senato a maggioranza Repubblicana) si sono rifiutate entrambe di dare a Trump le risorse desiderate.
Ora sembra che Trump sia intenzionato a dare una delle sue massime prova di forza da quando è stato eletto più di due anni fa. È la rappresaglia contro lo sgambetto dei Democratici. Presidente e Congresso hanno trovato un compromesso su un testo di bilancio che include soltanto un quarto del budget che Trump voleva destinare alla costruzione del muro ($1,4 miliardi contro i $5,7 miliardi richiesti).
Emergenza nazionale: quante possibilità ha di andare a buon fine
Tuttavia, l’emergenza nazionale potrebbe anche non passare. Altri legali citati dal Guardian ricordano infatti che la dichiarazione si poggia su basi legali fragili e che in tribunale potrebbe essere respinta.
Lo speaker della Camera, la Democratica Nancy Pelosi, nemica agguerrita di Trump sulla questione del Muro con il Messico, ha il potere di costringere il Senato a votare una risoluzione. Il cui obiettivo sarebbe quello di rescindere la dichiarazione di emergenza nazionale.
Se il Senato dovesse votare contro la risoluzione dei Democratici, l’ostruzione potrebbe costare politicamente caro importante ai Repubblicani, specialmente per quelli dell’ala più moderata. Il tutto quando mancano meno di due anni alle prossime elezioni presidenziali, previste nel novembre del 2020.
Emergenza nazionale: quanto spesso avviene
Chi invita alla calma in vista della dichiarazione di emergenza nazionale, citano l dichiarazioni fatte in precedenza. È successo in ben 59 casi che il presidente vi abbia fatto ricorso da quando è stato approvata la legge in materia nel 1976 (il National Emergencies Act).
Andando a esaminare l’archivio storico della politica statunitense, emerge che i presidenti tendono a invocare l’emergenza nazionale con una certa facilità. Il caso più recente è novembre dell’anno scorso. Viene descritto come un tentativo di “bloccare i beni di certe persone che contribuiscono alla situazione [di crisi] in Nicaragua”.
Trump riuscirà a costruire il suo Muro con il Messico?
In teoria si. Perché in un contesto di emergenza nazionale il governo può chiedere alla Difesa (il Pentagono) di destinare delle risorse ai progetti volti a garantire la sicurezza nazionale. Che secondo Trump sarebbe minacciata dai flussi migratori provenienti dal paese confinate a Sud.
Quando scatta l’emergenza nazionale, i funzionari dell’esercito assumono maggiori poteri e possono trasferire fondi e risorse economiche a loro piacimento. Anche per fare ricorso all’“uso di forze armate”. Basta che sia fatto in nome della difesa nazionale.
Trump potrebbe usare risorse e uomini dell’esercito per costruire il muro. Ma secondo alcuni esperti la dichiarazione di emergenza nazionale non finirà per portare alla costruzione del progetto. Per via dei sopracitati ostacoli che il governo incontrerà nelle aule di tribunale e in quelle parlamentari.