Venerdì 15 febbraio Benoit Coeure, membro del consiglio direttivo della Banca centrale europea, ha dichiarato che una nuova operazione Ltro per il rifinanziamento del sistema bancario dell’Eurozona “è possibile, anche se vogliamo essere sicuri che serva a uno scopo”. La dichiarazione ha dato un segnale di fiducia ai mercati. In un momento nel quale tutta l’Eurozona sta rallentando rispetto alle previsioni, quella di Coeure è stata letta come l’anticipazione di nuove misure a sostegno dell’economia. Ma cosa sono esattamente le Tltro?
Tltro: cos’è e durata
L’acronimo sta per targeted longer-term refinancing operations, operazioni di rifinanziamento a lungo termine “mirate”. Le banche, grazie alle Tltro, possono accedere a un prestito agevolato per finanziare, a loro volta, l’economia reale. A differenza delle precedenti Ltro, le Tltro sono specificamente finalizzate a “rafforzare la trasmissione della politica monetaria incentivando le banche a prestare all’economia reale”. Ossia a società non finanziarie e alle famiglie. La durata massima del “prestito” Tltro è di quattro anni.
Si tratta di un’operazione che in passato è già stata eseguita due volte, nel giugno 2014 e nel marzo 2016. La seconda porzione delle Tltro, per quanto riguarda le banche italiane dovrà essere restituita fra il giugno 2020 e il marzo 2021, per un totale di 250 miliardi di euro. Prima dello spiraglio aperto da Coeure, gli osservatori avevano notato un possibile rischio per gli istituti più piccoli, che allo scadere della Tltro avrebbero reperito risorse finanziarie con maggiore difficoltà. Per questo, evocare una nuova operazione di rifinanziamento a lungo termine consentirebbe agli istituti di esercitare attività di credito con maggiore facilità. E di contribuire al mantenimento del livello dei prezzi in linea con gli obiettivi della Bce.
Come spiega la stessa Bce, il tasso d’interesse delle Tltro II è stato tarato sui comportamenti delle banche. “Più prestiti vengono concessi a società non finanziarie e famiglie (eccetto mutui per l’acquisto di immobili), più attraente diventa il tasso d’interesse pagato sulle Tltro”. Insomma, la Bce garantisce liquidità e le banche commerciali si incaricano di scegliere dove indirizzarla, con l’incentivo di trasmettere il più possibile queste risorse a famiglie e imprese.
Nel caso della seconda operazione Tltro, il tasso d’interesse pagato dalle banche poteva scendere fino a raggiungere quello deposit facility, ossia -0,4%. Essendo un tasso negativo, le banche che hanno ricevuto la Tltro II dalla Bce potevano restituirle meno denaro di quello che avevano da essa ricevuto. Il tasso d’interesse della Tltro II viene stabilito “a posteriori” e regolato dopo la scadenza del finanziamento.
Tltro e QE: differenze
Il Quantitative Easing e le Tltro sono entrambi provvedimenti di politica monetaria espansiva “non convenzionali”. Le modalità e le caratteristiche delle due operazioni, tuttavia, sono completamente diverse. Come abbiamo visto, le Tltro sono operazioni di finanziamento che configurano un rapporto debitore-creditore fra le banche commerciali e la Banca centrale europea. Quest’ultima presta denaro, affinché le banche commerciali lo eroghino tramite la loro attività di credito, all’economia reale. Il Qe, o meglio, gli Asset purchase programs sono, come dice il nome, programmi di acquisto di attività finanziarie.
La Banca centrale europea, in altre parole, compra nel mercato dei titoli già emessi (quello secondario) obbligazioni di vario genere, compresi titoli pubblici. Siccome gran parte di questi titoli sono stati, in primo luogo, acquistati dalle banche commerciali, acquistare tali asset fornisce liquidità al sistema bancario, in cambio della vendita dei titoli. Nel caso dei titoli di stato, un effetto del Qe consiste nel contribuire all’abbassamento dei costi di finanziamento degli stati, per quanto riguarda le nuove emissioni. Ciò si traduce in un risparmio per le casse dello stato (parallelo all’abbassamento degli spread fra i vari Paesi dell’Eurozona).