È una promozione con riserva quella dell’agenzia di rating DBRS sulle banche italiane che, a detta degli esperti, hanno fatto notevoli progressi nel 2018 per ridurre il livello delle proprie sofferenze e allinearsi maggiormente agli standard dei concorrenti europei.
Tuttavia c’è ancora molto da fare soprattutto considerando il contesto economico incerto, in vista del quale migliorare i propri ricavi e al tempo stesso ridurre i costi sembra una vera e propria sfida e che l’Italia a fine 2018 è entrata in recessione tecnica.
L’agenzia di rating si aspetta che le banche italiane adottino misure addizionali per rafforzare i propri fondamentali e incrementare i livelli di redditività e questo perché, nonostante le cessioni di Npe avvenute nel 2018, i livelli di sofferenze degli istituti rimangono ancora elevati.
Banche italiane, Bce potrebbe chiedere nuove garanzie
Le banche italiane hanno evidenziato nell’esercizio 2008 una riduzione delle sofferenze (NPE), sostenuta principalmente da cessioni. Il rapporto NPE, che è sceso alla metà del suo valore massimo nel 2015, rimane comunque elevato. La redditività nel 2018 ha continuato a risentire della modesta entità dei ricavi, nonché degli elevati costi di rischio e degli oneri di ristrutturazione.
Dbrs ricorda inoltre che le principali banche italiane dal giugno 2019 dovranno gradualmente escludere dal Net Stable Funding Ratios circa la metà dei 240 miliardi di finanziamenti ottenuti attraverso le aste Ltro della Bce, che andranno a scadenza nel 2020. Ma la volatilità e l’incertezza dei mercati non giocano a favore . Per questo Dbrs ritiene che ci sia la probabilità che la Bce innalzi il livello di funding per le banche di medio periodo.
I forti venti contrari nel 2019, dovuti alla debolezza dell’economia, la volatilità dei mercati e i tassi bassi prolungati pongono sfide per la qualità dei ricavi e degli attivi. In questo contesto, DBRS prevede che le banche italiane adottino ulteriori misure per migliorare l’efficienza e la qualità degli attivi.