Seduta sottotono per le Borse europee dopo che i mercati asiatici hanno flirtato con i massimi di quattro mesi. In assenza della guida di Wall Street gli investitori preferiscono non prendere rischi e vendono titoli bancari dopo la trimestrale di HSBC. Intanto i trader aspettano di conoscere gli ultimi dettagli e informazioni riguardanti i colloqui tra Usa e Cina sui dazi.
L’indice paneuropeo EuroStoxx 600 è in calo di poco, con la maggior parte delle Borse e dei settori in rosso, tuttavia. L’indice settoriale dei bancari è il peggiore con un ribasso dello 0,75%. La banca britannica HSBC cede circa il 3% alla Borsa di Londra dopo aver registrato un utile deludente. La prima banca d’Europa ha inoltre avvisato del possibile impatto negativo derivante dalla frenata dell’economia cinese e dalle incertezze intorno alla Brexit.
Rischio di un’escalation delle tensioni sui dazi auto
I fari dei mercati sono puntati su Washington, dove giovedì e venerdì si incontreranno nuovamente il ministro del Tesoro statunitense Mnuchin ed il vice premier cinese Liu He. Intanto, sempre in ambito commerciale, aumentano i timori di possibili dazi sulle auto dopo che il dipartimento per il Commercio Usa ha inoltrato a Donald Trump i risultati (per ora tenuti segreti) dell’inchiesta sui rischi per la sicurezza nazionale derivanti dall’importazione di auto.
A questo riguardo il capo della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha fatto sapere che, nel caso in cui il leader americano con l’imposizione di dazi venisse meno alla parola data, l’Europa non comprerebbe più soia e gas dagli States.
Banche centrali più accomodanti in Europa e Giappone
Sul fronte tassi, gli analisti di MPS Capital Services sottolineano che sono continuati gli acquisti sui bond periferici con tassi in discesa in vista dell’approssimarsi della riunione BCE del 7 marzo. Dall’incontro il mercato attende novità sul fronte TLTRO.
Infine, nel gruppo delle banche centrali accomodanti è tornata a farsi sentire la Banca del Giappone. Il governatore Kuroda ha fatto sapere di essere pronta a nuove misure espansive (sia lato QE sia target yield) se necessario.