Economia

TAV: analisi inconsistente, via libera a bandi congelati

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La soluzione per la TAV partirà dall’analisi costi-benefici, quella del professore Marco Ponti che ha bocciato l’opera, dice il vicepremier Luigi Di Maio. L’idea che circola è quella di tagliare rispetto al progetto originario, per risparmiare almeno un miliardo.

Per ora dal governo non arrivano indicazioni chiare e Bruxelles sottolineato che se Italia e Francia non trovano un accordo in tempi stretti, ben prima cioè delle elezioni europee di maggio, potrebbero saltare complessivamente 926 milioni di euro, soldi destinati alla realizzazione del corridoio est-ovest di cui la Tav fa parte.

Numeri importanti a cui si aggiungono i 2,3 miliardi di appalti da far partire. Fa pressing per chiudere il cerchio Telt, la società mista italo francese incaricata di costruire il tunnel di base della Torino Lione, il cui cda si riunisce oggi dichiarandosi pronto ad aprire la gara interazionale per l’assegnazione dei lavori.

La Telt così come il governo di Parigi ritengono inconsistenti le motivazioni della commissione del Mit presieduta da Marco Ponti alla base del no alla Tav. Per questo hanno deciso di far partire i lavori sulla tratta ferroviaria e non perdere i fondi europei già stanziati.

Anche perché – spiega un consigliere di amministrazione della società come riporta Il Messaggero – l’ alternativa sarebbe quella di bloccare l’ opera, facendo una clamorosa marcia indietro.

Spinge a chiudere anche il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino favorevole a realizzare la tratta Torino-Lione.

L’Ue ha confermato la disponibilità a finanziare al 50% non solo il tunnel di base della Torino-Lione ma anche le tratte nazionali di avvicinamento. In questo modo si dimezzerebbe per l’Italia il costo della tratta nazionale, da 1,7 miliardi a 850 milioni, e si abbasserebbe di un ulteriore 10% il costo del tunnel di base. Una ragione in più perché Telt dia il via libera ai nuovi bandi per continuare i lavori in corso.