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Usa, “recessione utili più probabile di quella del Pil”

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I fattori di rischio per il mercato americano sono due: il mancato accordo sul commercio con la Cina e il rallentamento nella crescita degli utili societari. Lo ha affermato Liz Ann Sonders, chief investment strategist presso Charles Schwab, in un’intervista rilasciata alla Cnn.

Per quanto riguarda i profitti aziendali, Sonders ritiene che il mercato potrebbe non aver scontato del tutto il vanificarsi degli effetti della riforma fiscale americana. A dicembre l’indice S&P 500 ha subito una forte correzione del 9%, ma con il nuovo anno la calma sembra nuovamente tornata sui listini. Lo evidenzia la repentina discesa del Vix, “l’indice della paura” che, in momenti di forte volatilità attesa, tende a schizzare in alto.

Secondo Sonders, non sarebbe tanto l’eventuale recessione dell’economia Usa a dover preoccupare, bensì la possibilità di una “recessione degli utili societari” che sarebbe assai più probabile. Con questo termine, si intendono due trimestri consecutivi di contrazione degli utili aziendali nel confronto annuale. La crescita degli utili è già prevista in rallentamento per il 2019. Sonders ritiene che gli effetti si dovrebbero già vedere nel primo trimestre dell’anno: “Penso che ci saranno ulteriori tagli nelle previsioni in arrivo”.

Anche Morgan Stanley, in precedenza, aveva espresso dubbi sulla crescita degli utili in America, abbassando le aspettative dal +4,3 all’1% per le companies dello S&P 500.
“Siamo sempre più convinti che le aspettative sugli utili del consensus per il 2019 debbano ancora scendere” aveva scritto il chief equity strategist di Morgan Stanley, Mike Wilson.

Per quanto riguarda breve termine, però, Sonders ritiene che sarà l’esito delle trattative commerciali fra Cina e Stati Uniti l’aspetto più determinante sull’andamento dei mercati.