In assenza di un piano di divorzio, si annuncia un nuovo rinvio sul fronte della Brexit. La premier britannica, Theresa May, ha dichiarato che nella settimana in arrivo non ci saranno voti significativi a Westminster, e che per vedere un nuovo piano concreto di divorzio dall’Ue sui banchi della Camera dei comuni bisogna aspettare fino al 12 marzo.
A circa un mese dal 29 marzo, data di uscita del Regno Unito dall’Ue, nulla ancora è definito perché May è impegnata in nuovi negoziati per riuscire ad ottenere una modifica al testo di accordo che possa essere ratificato dal Parlamento entro i termini stabiliti per il divorzio e scongiurare una Brexit ‘No deal’. Cosa che inquieta e mette ansia a tutti.
Brexit: Articolo 50 rimandato di due mesi o fino al 2021
Secondo quanto appreso dal Guardian, i vertici dell’Ue stanno considerando l’idea di trasformare quello che doveva essere un periodo di transizione post-Brexit in un periodo no-Brexit e quindi portare la scadenza del 29 marzo al 2021, per avere altri “21 mesi che farebbero comodo per risolvere tutte le questioni in sospeso”.
Il piano avrebbe già ottenuto il placet del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Stando al Telegraph, invece, l’attivazione dell’articolo 50 potrebbe essere rimandata di due mesi soltanto.
“L’estensione lunga, oltre ad avere più possibilità di essere accolta, risolverebbe anche il capitolo finanziario dell’Ue perché il periodo coincide con il bilancio dell’Ue“, scrive il quotidiano britannico.
Brexit no deal: “apice dell’irresponsabilità”
Nel frattempo a Londra l’opposizione, che aveva già intuito un nuovo rinvio del voto, accusa May di essere “cinica e avventata”. Per i Laburisti – che al loro interno discutono e non escludono l’ipotesi di un secondo referendum – la premier punta a portarli in aula a tempo quasi scaduto per “costringere i deputati a scegliere tra il suo accordo oppure nessun accordo”.
Il ministro ombra dei laburisti per la Brexit, Keir Starmer, la definisce “apice dell’irresponsabilità” e “un’ammissione del fallimento” di May. Anche le associazioni delle imprese sono preoccupate e protestano. Per il direttore generale della Associated British Foods, è “incredibile” che un ‘no deal’ sia ancora sul tavolo.
John Bason ha dichiarato a Reuters che arrivare a una hard Brexit sarebbe un’azione “irresponsabile” da parte dei politici. “Mi sembra incredibile solo il fatto che sia contemplata” l’ipotesi di un ‘no deal’.