Studio scientifico: populismo e “no vax” crescono di pari passo
“Più alto è il numero di voti populisti in un paese, maggiore è la percentuale della popolazione che ritiene che i vaccini non siano efficaci”: lo si afferma, con questa nettezza, in uno studio scientifico pubblicato sullo European Journal of Public Health. La ricerca ha messo in relazione il voto politico a favore di movimenti “populisti” e lo scetticismo nei confronti dei vaccini.
La correlazione è molto forte proprio in Italia, Paese in cui, rileva lo studio, il voto verso i populisti e l’incidenza dei no vax è più elevata. (Nella figura, la rappresentazione grafica che mette in relazione il voto ai partiti populisti, ascisse, e la percentuale di scettici nei confronti dei vaccini, ordinate).
“Il sostegno ai partiti populisti potrebbe essere usato come proxy per la reticenza nei confronti dei vaccini, almeno nel contesto dell’Europa occidentale; l’aumento del sostegno a queste forze politiche diventa un segnale per gli attori della salute pubblica a essere vigili”, si legge nel paper.
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A settembre, il surplus della bilancia commerciale dell’Eurozona ha raggiunto 12,5 miliardi di euro, superando le aspettative degli analisti. Le esportazioni hanno visto un leggero aumento, mentre le importazioni sono diminuite. L’interscambio commerciale all’interno dell’area euro è calato, mentre l’intera Unione Europea ha registrato un surplus di 9,6 miliardi di euro.
La Borsa di Tokyo ha terminato la giornata in calo, influenzata dalle politiche restrittive della Fed e dal crollo dei titoli tecnologici in Asia, seguendo Wall Street. Mentre le banche hanno limitato le perdite, l’indice Nikkei ha perso l’1,09% e il Topix lo 0,73%. La BoJ si prepara a un aumento dei tassi a dicembre. Hong Kong in ripresa, Shenzhen e Shanghai mostrano andamenti contrastanti.
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