Tutto pronto per lo nuovo faccia a faccia tra il presidente della Corea del Nord, Kim Jong Un, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in programma il 27 e 28 febbraio ad Hanoi. Si tratta del secondo incontro tra i due leader dopo la prima storica riunione avvenuta sei mesi fa a Singapore.
Questa mattina il leader nordcoreano Kim è arrivato in Vietnam mentre il presidente Trump è atteso in serata. La visita di Kim in Vietnam avviene 55 anni dopo quella di suo nonno Kim Il-sung ad Hanoi nel 1964.
Kim Jong Un è arrivato alla stazione di Dong Dang, località lungo la frontiera tra Vietnam e Cina, dopo 4.000 chilometri di viaggio a bordo di un treno blindato. Ad Hanoi è giunto anche il segretario di Stato americano Mike Pompeo. Su Twitter, Pompeo ha postato alcune foto dell’arrivo, rimarcando che l’evento “sarà un’importante opportunità per fare progressi sugli impegni di Singapore (primo summit tra leader, ndr) per trasformare le relazioni, costruire una pace duratura e completare la denuclearizzazione”.
Secondo gli osservatori del New York Times, la due giorni di incontri, che inizierà domani, potrebbe rappresentare una svolta nelle relazioni dei due paesi, che potrebbero concordare una dichiarazione politica comune che proclama la fine della guerra coreana del 1950-1953.
“Questa possibilità è aperta”, aveva dichiarato qualche giorno fa detto Kim Eui-kyeom, portavoce del presidente sudcoreano Moon Jae-in. “Non sappiamo ancora quale formato assumerà la dichiarazione della fine della guerra ma c’è un’ampia possibilità di un accordo tra i due Paesi”, ha aggiunto precisando che la dichiarazione di fine guerra non corrisponde a un trattato di pace, che la Casa Blu vede possibile, all’ultimo stadio del processo di denuclearizzazione di Pyongyang, e solo dopo che saranno incluse garanzie di sicurezza riconosciute da più Paesi.
La parte nordcoreana appare interessata a una dichiarazione formale di pace e a porre le basi per un allentamento delle sanzioni internazionali che restano in vigore. Tuttavia indiscrezioni stampa hanno riportato che, secondo Pompeo, sarebbe già una fortuna se la Corea del Nord accettasse di smantellare il 60% di quanto richiesto dagli Usa.