Botta e risposta a distanza tra il vicepremier Luigi di Maio e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il tema è la fiducia in Bankitalia. Di Maio, presentando a Torino il Fondo Nazionale per Innovazione per le startup italiane, ha detto espressamente: “Mi fido assolutamente di Bankitalia, non c’è nessun tema di sfiducia”, dopo che nelle settimane si parlava di azzeramento dei vertici dell’istituto di politica monetaria.
Non si fa attendere la riposta di Visco, che dal Board Forum di SpencerStuart , che si è tenuto ieri a Milano ha detto:
“Ci mancherebbe altro. Non credo che ci devono essere dubbi su cosa si fa in Bankitalia e chi lo fa. In Bankitalia si fa il massimo per il bene della comunità e del Paese”. Poi la battuta: “E non è vero – ha aggiunto – che si fa tutto a Francoforte, come spesso si dice. Bankitalia si occupa di crisi bancarie con governo e ministero dell’economia in un contesto molto difficile che si messo su molto in fretta e credo molto bene”.
Visco ha ribadito quindi che:
“la Banca d’Italia è un ente pubblico. Non è un ente di proprietà di alcune banche private come qualcuno dice. Nel 1936 – ha aggiunto – alcuni istituti misero delle quote per 300 milioni di lire. I trecento milioni di allora ora equivalgono al capitale sociale di Bankitalia in mano ai suoi partecipanti che da 60 sono diventati oltre 120 mentre le quote che danno diritto di voto sono scese al 3% e anche quelle che danno diritto ai dividendi. Bankitalia è pubblica e fa un servizio per la comunità”.
Una precisazione arriva anche sulle riserve auree come finanziamento monetario per il Tesoro, rispondendo così indirettamente a Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera.
“L’oro ammonta tra gli 80 ai 90 miliardi di euro, dipende dal prezzo del giorno – ha affermato Visco -. L’oro è una piccola componente” del bilancio, “è della Banca d’Italia e non può essere utilizzato come finanziamento monetario per il Tesoro. Questo è pacifico”.