Non siamo ancora fuori dal tunnel. Questo il titolo del commento dell’International equity team di Morgan Stanley IM. Il rialzo delle borse da inizio anno è stato sostenuto da un miglioramento dello scenario su alcuni temi che tuttavia potrebbe non reggere alla prova del tempo
Ci vuole ben altro che un accordo tra Stati Uniti e Cina per disinnescare la bomba dell’aumento dei dazi sulle importazioni cinesi. Le due superpotenze hanno fatto dei passi avanti nel dialogo e Donald Trump ha deciso di rinviare il rialzo delle tariffe previsto per il primo di marzo.
Il vero scontro è però sul settore tecnologico e potrebbe essere molto più aspro, come mostrato dall’arresto del direttore finanziario di Huawei in Canada (nonché figlia del fondatore di Huawei) Meng Wanzhou.
“Tutti gli schieramenti politici statunitensi ormai ritengono che la tecnologia sia il campo di battaglia tra la potenza egemone (gli Stati Uniti) e quella emergente (la Cina)”
sottolineano dall’International equity team di Morgan Stanley IM.
“Man mano che la Cina prosegue nel cambiamento dall’essere la fabbrica del mondo a sviluppare società innovative che competono, più che collaborare, con le controparti occidentali, permarrà una certa tensione”
Aggiunge Charles Sunnucks del team global emerging markets di Jupiter AM.
C’è inoltre da tener conto dell’imprevedibilità del presidente Usa. Riprendono da Morgan Stanley AM:
“Gli ultimi due anni ci hanno insegnato che non c’è nulla di prevedibile nell’evoluzione della politica commerciale degli Usa e che c’è ancora molta strada da fare per riuscire a disinnescare la ‘bomba’ dell’aumento dei dazi sui prodotti cinesi”
Borse in rialzo da inizio anno
L’atteggiamento prudente degli analisti di Morgan Stanley IM va contro con il buon andamento dei mercati azionari da inizio anno. Alla base della salita delle borse, proprio le ultime evoluzioni sulla guerra commerciale. Ma anche l’atteggiamento accomodante assunto dalla Federal Reserve e gli stimoli all’economia cinese varati dal governo della Repubblica Popolare.
Non basta a fugare tutti i dubbi.
“Pur riconoscendo questi progressi, restiamo comunque cauti sulle tre questioni elencate e riteniamo di non essere ancora fuori dal tunnel”
riprendono da Morgan Stanley IM e proseguono:
“I nuovi toni accomodanti della Fed rappresentano un fattore positivo per i mercati finanziari, dal momento che fanno venir meno la minaccia di un inasprimento monetario automatico. Ma resta il fatto che la Fed potrebbe essere costretta a una stretta significativa, a fronte di un irrigidimento del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è sceso ora al 4% e la crescita dei salari sta aumentando, soprattutto tra le fasce di reddito inferiori. Inoltre la Cina deve ancora raccogliere i frutti delle misure di stimolo introdotte”.
Prudenza sul rialzo delle borse
Dunque la costruzione che ha sostenuto il rialzo delle borse da inizio anno potrebbe non reggere alla prova del tempo.
“Motiviamo la nostra cautela non solo con i tre timori di cui abbiamo parlato. Un’ulteriore preoccupazione deriva dal fatto che l’economia mondiale è in una fase di rallentamento sincronizzato”.
A preoccupare gli analisti dell’International equity team di Morgan Stanley è
“l’effetto che la decelerazione dell’economia globale avrà sui profitti societari aggravato dalle pressioni sui margini avvertite negli Stati Uniti, dove si stima che gli utili del primo trimestre saranno inferiori anno-su-anno per effetto della pressione esercitata dai costi. La salutare espansione dei profitti attesa per quest’anno – crescita del 6% per gli utili dell’indice Msci World nel 2019 e di oltre il 10% per la redditività delle società statunitensi entro il quarto trimestre – potrebbe non materializzarsi. Al momento i mercati stanno prezzando solamente un rallentamento ridotto dell’economia e nemmeno i bilanci delle società molto indebitate sono pronti per qualcosa di peggio”.