Economia

Azimut: 2018 in flessione, ma il 2019 parte bene

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Azimut Holding archivia un 2018 con un utile netto in decisa flessione: 122,15 milioni di euro, in calo rispetto ai 214,79 milioni contabilizzati nell’esercizio precedente. In contrazione anche il risultato operativo, che si è ridotto da 278,09 milioni a 192,85 milioni. I ricavi sono scesi del 7,7%, passando da 810,54 milioni a 748,45 milioni. “Archiviamo il 2018 con risultati che riflettono l’andamento dei mercati finanziari globali”, spiega Pietro Giuliani (nella foto), presidente del gruppo.

L’attività di reclutamento in Italia di consulenti finanziari e private banker nel 2018 ha segnato un nuovo record, con 198 nuovi ingressi, portando il totale delle reti del gruppo a fine dicembre a 1747 unità.

Il CdA ha deliberato di proporre all’Assemblea dei soci, la cui convocazione è prevista per il 24 aprile, la distribuzione di un dividendo totale ordinario di 1,50 euro per azione (pari ad un payout del 141%) al lordo delle ritenute di legge (rispetto ai 2 euro per azione del 2017). Il dividendo sarà pagato per un minimo di ¾ per cassa e per il rimanente in azioni proprie detenute in portafoglio dalla società.

 “Iniziamo il 2019 in modo fortemente positivo – prosegue Giuliani – con una raccolta netta nei primi due mesi di oltre 800 milioni. Un risultato che deriva dalla capacità di Azimut di offrire al cliente una performance media ponderata netta ben superiore a quella dell’industria italiana: i nostri clienti hanno ottenuto rendimenti medi vicini al +5%, quasi il 1,5% in più rispetto ai concorrenti. 

Il gruppo ha registrato nel mese di febbraio una raccolta netta positiva per 247 milioni, portando così la raccolta netta da inizio anno a circa 801 milioni. Il totale delle masse comprensive del risparmio amministrato si attesta a fine febbraio a 53,6 miliardi, di cui 41,9 miliardi fanno riferimento alle masse gestite.