* Fabrizio Tedeschi e´ editorialista di Panorama Economy. Consulente di grandi banche e gruppi finanziari, per otto anni e´ stato responsabile della Divisione Intermediari della Consob a Milano.
La storia è molto semplice. A fine 2003 Finmatica annuncia che emetterà
50 milioni di bond. Il mercato non gradisce affatto, ma in breve la
società dichiara di avere raccolto prenotazioni superiori al
quantitativo in via di collocamento. Subito dopo arriva il ciclone
Parmalat. L’azione continua a scendere, l’operazione viene annullata e
la procura azzera di fatto i vertici della società, mandandoli in
carcere con le stesse accuse mosse ai signori di Collecchio. I vertici
aziendali vengono azzerati e il procedimento penale va avanti.
Con
sorpresa di tutti, però, il giudice per le indagini preliminari (gip)
non conferma le tesi dell’accusa, né respinge le richieste di sequestro
dei beni aziendali, e rimette in libertà il presidente Pierluigi Crudele. Che immediatamente si riappropria delle deleghe a cui
aveva rinunciato. Tutto come prima. E anche i vecchi progetti tornano
fuori dal cassetto. Come quello lanciato prima dell’intervento della
magistratura: Crudele aveva più volte manifestato l’intenzione di
scendere al di sotto del 50% della società (ora ne controlla il 55%).
Allora si aspettava un socio, adesso un aumento di capitale.
Ma il mercato è stordito e, nell’incertezza, sceglie di abbandonare la
società al suo destino, di fatto facendone crollare le quotazioni.
La vicenda non è per nulla conclusa, perché la procura si mantiene ferma
nelle sue accuse, perseguendo i ricorsi di rito, mentre l’azienda
dichiara che è tutto in ordine.
Per gli osservatori esterni è difficile
capire se abbiano ragione gli accusati o gli accusatori. Solo col tempo,
e si spera non quello della prescrizione, si saprà chi vincerà il
giudizio. Per il momento c’è un solo sconfitto, gli investitori, che da
dicembre 2003 hanno visto più che dimezzato il valore del titolo
Finmatica, passato da 11,3 a 4,6 euro del 22 marzo 2004 (-59,2%).
La vicenda deve far riflettere sulle modalità di intervento della
magistratura sul mercato mobiliare. E fa riflettere anche la memoria
corta della società: sul sito Internet Finmatica, abbastanza ricco di
notizie, non c’è traccia delle vicende processuali del management. Forse
una maggiore trasparenza sarebbe stata gradita al mercato.
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