Alla fine tutti i velivoli 737 MAX in circolazione sono rimasti a terra. Dopo l’incidente del volo 203 della compagnia Ethiopian Airlines, schiantatosi poco dopo il decollo a inizio settimana, Boeing è finita nella bufera con i titoli che hanno perso più del 10% in Borsa. Tutti i passeggeri e membri dell’equipaggio (157 persone) sono morti.
Si tratta del secondo incidente mortale in cinque mesi, dopo quello del volo Lion Air a Giacarta, in Indonesia. Allora 189 persone sono decedute. Anche in quel caso l’aereo è caduto poco dopo il decollo. Ora i problemi di Boeing rischiano di compromettere un insieme di ordini per un valore complessivo superiore ai 600 miliardi di dollari.
Il presidente Donald Trump è stato uno degli ultimi capi di stato a decidere di non permettere ai modelli 737 MAX di volare. Prima dell’annuncio la Federal Aviation Administration, l’agenzia di sicurezza dei cieli, si era opposta agli appelli di chi chiedeva di lasciare a terra gli aerei. Questo perché la FAA sostiene di non aver riscontrato alcun “problema sistemico di performance” nel modello.
Boeing, guai seri dal punto di vista economico
Mercoledì però anche la FAA ha cambiato versione dei fatti. Le scatole nere diranno di più sull’incidente di Addis Abeba e sveleranno se si è trattato di un problema tecnico al software del computer di bordo.
I due incidenti mettono nei seri guai la compagnia aerea americana dal punto di vista economico. Il modello 737 MAX è stato infatti il più venduto della flotta di Boeing nel 2018 L’anno scorso ha registrato oltre 580 consegne e 760 nuovi ordini.
Quasi la metà delle vendite hanno riguardato il 737 MAX 8, la versione al centro di entrambi gli incidenti. Inoltre, quasi tutti gli ordini di 737 che Boeing ha ricevuto l’anno scorso sono stati per comprare il modello MAX. Questi numeri illustrano bene la gravità del problema per gli affari del gruppo. Per il suo presente e soprattutto per il suo futuro.
Boeing, piloti: “sistema anti-stallo è una trappola”
Prima del secondo incidente, il 737 MAX era stato criticato dai piloti e dalle hostess di volo per la mancanza di comunicazione sul sistema di anti-stallo. Quella dei piloti è stata proprio una rivolta contro il software che corregge in fase di decollo l’assetto dell’aereo.
I piloti sostengono di non aver ricevuto un training adeguato in merito al meccanismo di protezione allo stallo, noto come Maneuvering Characteristics Augmentation System. Si tratta di un sistema che spinge automaticamente il muso dell’aereo verso il basso se viene individuato un angolo anomalo in fase di decollo.
Il 6 novembre dell’anno scorso era stata la stessa Boeing a lanciare un allarme sul programma di controllo “automatico”. L’azienda aveva dato istruzioni ai piloti sulle procedure da adottare in caso di input errato di un sensore.
I nuovi jet 737 MAX hanno un meccanismo automatico che riallinea l’aereo se il sistema rileva che il velivolo vola con un angolo di salita non ottimale, abbastanza acuto da rischiare uno stallo. Le indagini sulle due tragedie sono ancora in corso e non si conoscono le cause esatte degli incidenti. Ma si ritiene che il sistema anti-stallo abbia giocato un ruolo in entrambi i casi.
Boeing 737 MAX: perché è caduto e perché ha avuto successo
In realtà qualcosa era già emerso dalle indagini in Indonesia. Pare che il 737 Max 8 avrebbe bisogno di motori più potenti, anche come dimensione proprio, per poter tenere tecnicamente l’angolo di attacco. Per ovviare a questo problema il gruppo costruttore di aerei avrebbe messo a punto il nuovo sistema anti stallo.
Come spiegato durante la trasmissione Uno Mattina sulla RAI da Antonio Bordoni, esperto per la Sicurezza del Volo, il meccanismo dovrebbe aiutare i piloti correggendo automaticamente tale criticità. Come? Raddrizzando il muso del velivolo per recuperare portanza. “Se chi guida l’aereo non è a conoscenza del software, appena vede i valori dell’altimetro instabili si contrappone all’azione di correzione del software”.
Secondo gli operatori del settore, come riporta Leggo, il successo del 737 Max sul mercato si basava anche sull’immediatezza con cui si potevano imparare i suoi innovativi aspetti tecnici. Gli operatori hanno lodato “la facilità con cui i piloti potevano passare al nuovo modello con una formazione minima sulle differenze di allenamento e nessun tempo aggiuntivo per il simulatore”.