Con la Brexit e l’addio di Londra al mercato unico, la programmazione del prossimo Bilancio Europeo non prevedendo il Regno Unito, perderà circa 10 miliardi di euro destinati soprattutto all’agricoltura e alla politica di coesione.
Il bilancio dell’UE – come si legge sul sito dedicato – finanzia numerose attività in settori che vanno dallo sviluppo rurale e la protezione dell’ambiente alla difesa delle frontiere esterne e la promozione dei diritti umani. Commissione, Consiglio e Parlamento europeo decidono congiuntamente l’entità del bilancio e la ripartizione delle risorse, ma è la Commissione a essere responsabile dell’esecuzione della spesa. I paesi dell’UE e la Commissione condividono la responsabilità dell’80% circa del bilancio.
Ma nonostante i tagli l’Italia risulterà il paese con più risorse rispetto ad altri Paesi e questo per effetto di alcune novità recentemente introdotte, favorevoli per il nostro Paese. Lo scrive oggi IlSole24Ore secondo cui l’Italia ha presentato un emendamento, che è stato accettato, al fine di superare la norma che prevede per i Paesi che superano il deficit richiesto, la possibilità che la Commissione Europea possa congelare i fondi di coesione.
Dato che l’obiettivo dei fondi strutturali è quello di aiutare le Regioni in via di sviluppo e che le decisioni sul deficit dipendono dalle scelte di governo, il congelamento delle risorse colpirebbe il soggetto sbagliato e non sarebbe lo strumento adeguato per l’obiettivo che l’Europa vuole perseguire. Novità anche sulla clausola di flessibilità, che prevede che la spesa pubblica per investimenti non venga calcolata nel computo del deficit. Il parlamento ha approvato queste proposte ma il quadro non è definitivo perché queste dovranno essere ancora negoziate tra Parlamento e Stati membri.