Nel corso dell’ultima settimana il cambio sterlina dollaro è rimasto piuttosto stabile (al momento la moneta britannica si trova leggermente più in alto rispetto a 7 giorni fa). Nello stesso periodo, però, si è giocata una partita cruciale nel parlamento britannico per decidere l’estensione termini dell’articolo 50 e l’esecuzione della Brexit.
Secondo Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di DWS, gli investitori stanno diventando gradualmente più ottimisti sul fatto che le chance di rottura traumatica tra Ue e Regno Unito stiano diminuendo.
“Lunedì il Parlamento ha lottato per strappare il controllo del processo Brexit dal governo. [Ma] la sterlina, un buon indicatore del sentimento del mercato sulla Brexit, si è appena mossa, salendo di un modesto 0,2% rispetto al dollaro nelle ore successive”, ha affermato Kreuzkamp in una nota di analisi datata 27 marzo.
Secondo il Cio, è improbabile che il parlamento, date le recenti rimostranze di un milione di Remainers scesi in piazza, non riesca a trovare un’alternativa in grado di scongiurare un No Deal. Per farlo c’e tempo fino al 12 aprile. In queste ore si vota su otto iniziative non vincolanti che offrono proprio soluzioni per uno scenario diverso dal deal di May.
Se dissidenti votano il suo deal, May promette di dimettersi
“Per la maggioranza dei parlamentari britannici, il voto per la revoca dell’articolo 50 potrebbe essere un passo ancora troppo lungo, a meno che la situazione non sia veramente disperata. Nonostante [la prevedibile] euforia iniziale del mercato, una tale mossa potrebbe creare problemi sia per il Regno Unito sia per i suoi partner europei. In particolare, potrebbe incentivare altri paesi a seguire l’esempio del Regno Unito ogni volta che si cerca di ottenere concessioni”.
Insomma, lo scenario più probabile, secondo Kreuzkamp, è quello del compromesso parlamentare in grado di scongiurare il recesso “duro” dall’Unione Europea. Anche perché, stando a quanto riferito da alcune fonti a Sky, Theresa May sembra pronta a offrire ai dissidenti Tories della linea dura, quello che chiedevano in cambio del voto a favore del suo Withdrawal Agreement: le sue dimissioni.
Tuttavia lo farà solo se il suo deal passa lo scoglio parlamentare dopo le due bocciature di gennaio e marzo. E non è affatto cosa certa a giudicare dalle ultime dichiarazioni dell’European Research Group (ERG). Il gruppo parlamentare degli irriducibili della ‘Hard Brexit’ ha detto che al momento il numero di voti è insufficiente.
Sul Forex gli investitori però sembravano crederci, con la sterlina salita mercoledì ai massimi di giornata, forte di un più 0,3% sul dollaro e 0,4% sull’euro (vedi grafico in fondo). Oggi è in calo ai minimi di quattro settimane perché sembra che l’offerta di dimettersi di May non sia riuscita a sbloccare l’impasse.
Sebbene “il rischio di una Brexit no-deal rimanga molto reale”, sottolinea il manager di DWS (Deutsche Asset & Wealth Management),”siamo più ottimisti riguardo alle prospettive di una fine ordinata e abbastanza rapida alla saga della Brexit rispetto a quanto lo siamo stati per mesi”.