Petrolio: il manifatturiero cinese spinge i prezzi ai massimi di cinque mesi
Ai massimi di quasi cinque mesi i prezzi del petrolio che oggi sono saliti sostenuti dai dati economici cinesi più stabili che hanno attenuato le preoccupazioni della domanda, insieme alla possibilità di ulteriori sanzioni contro l’Iran e ulteriori blackout in Venezuela.
Il Brent ha guadagnato 15 centesimi, salendo dello 0,2% a 69,16 dollari al barile dopo aver toccato i 69,50 dollari, il livello più alto da metà novembre. I futures sul WTI sono aumentati di 14 centesimi, ovvero dello 0,2 percento, a 61,73 dollari al barile, dopo essere saliti sopra i 62 dollari per la prima volta dall’inizio di novembre. I dati positivi delle due maggiori economie del mondo, Stati Uniti e Cina soprattutto (il settore manifatturiero cinese inaspettatamente tornato alla crescita per la prima volta in quattro mesi nel mese di marzo) hanno sostenuto i prezzi.
Breaking news
Piazza Affari chiude debole con le altre borse europee. I dati Usa su inflazione core Pce e Pil rafforzano la visione cauta della Fed
Wall Street apre senza grandi variazioni in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione di importanti dati macroeconomici, con particolare attenzione all’indice Pce sull’inflazione, preferito dalla Federal Reserve. In vista del Ringraziamento, i mercati saranno chiusi domani e opereranno in modalità ridotta venerdì. Dopo un inizio stabile, il Dow Jones registra un lieve incremento, mentre S&P 500 e Nasdaq mostrano leggere perdite. Il petrolio Wti segna un aumento marginale al Nymex.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.
Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.