I tassi negativi in Svizzera hanno propiziato la scalata dei prezzi immobiliari, un fatto ora apertamente ammesso da uno dei membri del board della Banca nazionale, Andrea Maechler. “I prezzi aumentano, il tasso di sfitto aumenta, e ciò crea una certa vulnerabilità a una correzione dei prezzi”, ha affermato Maechler mercoledì. Il tasso di sfitto, il rapporto fra gli spazi immobiliari immediatamente disponibili in rapporto al totale, ha raggiunto i massimi da due decenni. La banca centrale ha quindi sollecitato l’introduzione di correttivi che possano raffreddare il mercato immobiliare. Il ministero delle Finanze svizzero ha promesso interventi senza però fornire dettagli specifici su come intervenire.
I tassi negativi hanno spinto varie categorie di istituzioni finanziarie verso l’acquisto degli immobili, nella ricerca di un rendimento che non risentisse della compressione generalizzata. L’allarme è stato lanciato anche dalla Finma, la Consob svizzera, che ha sollecitato l’elaborazione di nuove misure regolatorie in quanto essa può intervenire solo “quando singole istituzioni assumono rischi eccessivi”, ma in questa fase “non è abbastanza per contrastare i trend di surriscaldamento generalizzato attualmente visibili”, ha affermato il ceo della Finma, Mark Branson. Per il momento l’autorità di vigilanza ha rishiesto a 11 banche l’accantonamento di 4 miliardi di franchi (pari a 4 miliardi di dollari) per cautelarsi dal rischio di un eventuale scoppio della bolla immobiliare. (Nella figura in basso l’espansione dei mutui svizzeri fra 2008 e 2018).