Le elezioni europee sono importanti per gli investitori?
Si lo sono! Le elezioni europee sono motivo di preoccupazione per gli investitori alla luce dell’aumento dei partiti non tradizionali e delle potenziali implicazioni negative per il mercato associate all’aumento dei partiti populisti di destra.
Mentre i sondaggi suggeriscono attualmente una crescita contenuta dei partiti anti-establishment, vale la pena ricordare che questi hanno colto di sorpresa gli investitori negli ultimi anni, come nel caso del referendum sulla Brexit o delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Inoltre, per la prima volta dal 1979, i sondaggi indicano che i due maggiori gruppi politici europei (PPE e S&D) non otterranno la maggioranza dei seggi (cioè 353 seggi nel prossimo mandato). Ciononostante, i partiti pro-UE dovrebbero ancora detenere una maggioranza, principalmente grazie alla probabile crescita del gruppo liberale ALDE.
Qual è il probabile risultato per il mercato?
Le elezioni saranno un non-evento per i mercati se i sondaggi saranno corretti e gli europeisti potranno assicurarsi la maggioranza.
Aspettarsi qualche turbolenza nei mercati valutari e obbligazionari della zona euro se i partiti euroscettici di destra (ECR, ENF, EFDD) superano le aspettative e/o formano una coalizione. Nonostante questo scenario sia improbabile date le divergenti opinioni dei partiti, potrebbero diventare comunque il secondo gruppo più grande all’interno del Parlamento europeo, anche se ancora lontani dal formare una maggioranza perfino qualora ricevessero il sostegno dei gruppi di sinistra (GUE/NGL e Greens/EFA). L’UE si troverebbe tuttavia di fronte a una crisi di fiducia. Ciò si tradurrebbe probabilmente in un indebolimento del rapporto EUR/USD e in un allargamento degli spread sovrani dei paesi periferici dell’eurozona.
Un’altra fonte di incertezza è la partecipazione o meno del Regno Unito alle elezioni. Se il paese esce dall’UE dopo il 22 maggio, sarebbe costretto a partecipare alle elezioni, rendendo l’esito più incerto.
Verso quale direzione sta andando l’UE?
Secondo i sondaggi attuali, i partiti euroscettici di destra potrebbero ottenere il 25% di tutti i seggi (quasi il 40% includendo i gruppi euroscettici/nazionalisti di sinistra). Ciò potrebbe portare ad uno stop del progetto UE. Il bilancio dell’UE potrebbe essere più limitato e gli interessi nazionali potrebbero tornare in primo piano. Anche le autorità sovranazionali potrebbero potenzialmente disporre di meno potere. In ultima analisi, le norme fiscali potrebbero essere messe in discussione, il che si tradurrebbe probabilmente in costi di rifinanziamento più elevati per paesi come l’Italia, la Grecia e il Portogallo, che sopportano un pesante onere del debito pubblico.
L’ASCESA DEI PARTITI EUROSCETTICI PROBABILMENTE RIMARRÀ CONTENUTA
I sondaggi attuali suggeriscono che il PPE (Partito Popolare Europeo) e il S&D (Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici) dovrebbero rimanere le forze principali al Parlamento Europeo, con 177 e 135 seggi rispettivamente. Tuttavia, questo rappresenta una significativa perdita di seggi rispetto alle elezioni del 2014 (rispettivamente -44 e -56 seggi) e in maniera ancora maggiore rispetto al voto del 2009.
Per la prima volta dalle prime elezioni europee del 1979, entrambi i partiti non raggiungeranno la maggioranza del Parlamento europeo. Ma una maggioranza di partiti moderati ed europeisti è ancora raggiungibile se il PPE e il S&D ricevono un probabile sostegno esterno dall’ALDE (Alliance of Liberals and Democrats for Europe). L’ALDE dovrebbe guadagnare 38 seggi, passando da 67 a 105 nella prossima legislatura, con il sostegno di La République en Marche di Emmanuel Macron.
I partiti euroscettici di destra, tuttavia, sono in aumento. Si prevede che l’ENF (Europa delle nazioni e della libertà) anti-UE otterrà 25 seggi, passando da 37 a 62 seggi. Insieme all’ECR (Conservatori e Riformisti europei) e all’EFDD (Europa della libertà e della democrazia diretta), i partiti euroscettici di destra dovrebbero ottenere 166 seggi (+11 rispetto alle elezioni del 2014). Se questi tre gruppi politici uniscono le forze, i partiti anti-UE sarebbero quasi il gruppo più numeroso del Parlamento europeo.
I CITTADINI EUROPEI MOSTRANO SCARSO INTERESSE PER LE ELEZIONI EUROPEE
Le elezioni del Parlamento europeo si tengono ogni cinque anni e a suffragio universale. In queste elezioni, i voti andranno a 705 eurodeputati (meno rispetto ai 751 del 2014), tra il 23-26 maggio nei 27 Stati membri dell’UE. Il Regno Unito non dovrebbe votare, anche se potrebbero esserci dei cambiamenti se Brexit subisse un ritardo significativo. I partiti politici europei hanno il diritto di condurre campagne elettorali in tutta l’UE per le elezioni europee ma, di fatto, le campagne sono generalmente condotte da delegati nazionali di partiti nazionali focalizzati su questioni nazionali.
Sebbene questa sia l’unica istituzione dell’UE ad essere eletta direttamente, l’affluenza alle urne è diminuita costantemente e in maniera sostanziale tra il 1979 e il 2014, passando dal 62% nel 1979 (UE 9) al 43% nel 2014 (UE 28). Tuttavia, vi sono notevoli differenze a seconda del paese. In paesi come l’Italia, i Paesi Bassi, la Francia e la Germania, l’affluenza alle urne è diminuita drasticamente tra il 1979 e il 2014 di 20-30 punti percentuali. L’affluenza alle urne è sempre stata bassa nel Regno Unito (36% nel 2014) e nei paesi dell’Europa dell’Est (vicino, o meno, al 25% in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Croazia). Nel frattempo, l’affluenza alle urne è stata strutturalmente più alta in paesi come il Belgio e il Lussemburgo (85-90%) ed è aumentata nel tempo in Danimarca e Svezia.
UN EVENTO POLITICO, NON UN EVENTO DI MERCATO. QUESTA VOLTA E’ DIVERSO?
Le elezioni europee saranno un evento politico importante, in quanto il loro esito ha profonde implicazioni per le principali posizioni dell’UE, quali: i) il Presidente della Commissione europea, ii) commissari in settori critici come l’energia, la politica commerciale, la sorveglianza fiscale, la concorrenza e iii) il Presidente della BCE.
In effetti, le elezioni del Parlamento europeo hanno implicazioni sul mercato. Ma di solito si tratta di implicazioni marginali, indirette e a lungo termine, ad eccezione del commissario per la concorrenza, la cui approvazione (o meno) delle fusioni ha conseguenze immediate sul mercato.
Questa volta, tuttavia, l’ascesa dei partiti euroscettici di destra è una preoccupazione per gli investitori. La quota cumulata dei partiti ENF, ECR e EFDD dovrebbe passare dal 20% delle elezioni europee del 2014 al 25% per questo mandato. L’aggiunta del gruppo euroscettico di sinistra (GUE-NGL) implica che un terzo del Parlamento europeo è composto da membri che diffidano dell’UE e che lottano per una minore integrazione.
Gli asset rischiosi potrebbero essere danneggiati dagli effetti negativi sul mercato se questi gruppi politici ottengono un punteggio più alto di quello attualmente suggerito dai sondaggi. Finché i partiti euroscettici non sono vicini alla formazione di una maggioranza, il che è altamente probabile, riteniamo che l’impatto sarà di breve durata.