“Avremo i margini per allentare lo strangolamento fiscale che soffoca l’economia italiana”. Perché “se non abbassi le tasse, il Paese non cresce”. Così il vicepremier Matteo Salvini parlando della flat tax. Ma a conti fatti il governo del cambiamento le tasse in un certo senso le ha aumentate.
Mentre Lega e Cinque Stelle avviano la campagna elettorale per le europee di maggio e si preparano all’appuntamento delicato con il DEF, arrivano nel silenzio quasi assoluto gli aumenti dei tributi locali. Questo nonostante misure popolari come quota 100 e reddito di cittadinanza,
Con la legge di Bilancio 2019 il Governo difatti ha eliminato il blocco dell’aumento delle aliquote delle amministrazioni locali, imposto fin dal 2015.
Tasse, aumentano aliquote delle amministrazioni locali
Ciò significa che i Comuni potrebbero decidere di applicare aliquote Imu e Tasi fino al massimo del 10,6 per mille, con un ulteriore 0,8 per mille per i grandi centri. Non solo: a tutto ciò si potrebbe aggiungere un aumento dell’85% dell’addizionale Irpef. Quindi a conti fatti non essendo stato prorogato il blocco dei tributi locali, molti comuni si sono già messi all’opera, specie per Imu, Tasi, Tari.
Secondo un’inchiesta del Sole 24 Ore, così l’Imu cresce in quasi una città su dieci (+9,4%) e in alcune città la Tasi sulle prime case di lusso/pregio è stata azzerata con un incremento dell’Imu: diversi Comuni, infatti, scelgono di eliminare la Tasi accorpando l’Imu visto che quest’ultima spesso ne costituisce una semplice addizionale.
Inoltre se l’addizionale Irpef aumenta nel 7,3% dei casi, in generale a registrare più ritocchi sono i tributi minori come tassa di soggiorno, Tosap e imposta di pubblicità.