di Sandra Riccio
L’intelligenza artificiale è sempre più diffusa nelle aziende. Chi l’ha già in uso dice di averci guadagnato e di voler investire di più
L’Intelligenza artificiale (IA) sta cambiando nel profondo molti settori. I prossimi mesi potrebbero mostrare un ulteriore accelerata nell’avvento di questa nuova tecnologia disruptive. Ne è convinta Deloitte, tanto che ha inserito l’IA tra i trend che lasceranno un segno nel corso di quest’anno.
Ma di cosa si tratta? In modo semplicistico potremmo definire l’Intelligenza artificiale come l’abilità di un sistema tecnologico di risolvere problemi o svolgere compiti e attività tipici della mente e dell’abilità umane. Guardando al settore informatico, è la disciplina che si occupa di realizzare macchine (hardware e software) in grado di agire autonomamente (risolvere problemi, compiere azioni, ecc.).
Secondo Deloitte Global è sempre più vicino il momento in cui questa tecnologia sarà utilizzata in modo più diffuso anche in azienda e sul mercato di massa. Da strumento circoscritto a pochi esperti di tecnologia, diventerà presto di utilizzo comune. Questo grazie al cloud, la nuvola web, su cui sono arrivati nuovi servizi che hanno per sottostante l’Intelligenza artificiale e che adesso saranno utilizzati anche dal grande pubblico. Deloitte Global prevede che sarà proprio la nuvola a favorire un’implementazione dell’IA su larga scala. Il primo passo però arriverà dalle aziende.
«Tra gli aspetti da evidenziare in questo nuovo percorso c’è quello di una “democratizzazione” delle capacità e dei vantaggi offerti dall’Intelligenza artificiale – dice Paolo Gianturco, Senior Partner di Deloitte – responsabile FinTech -. Fino a ora questo ambito era riservato ai pionieri di questo settore».
Negli anni, tuttavia, molte aziende non hanno avuto le risorse economiche necessarie per poter sfruttare questa opportunità. Né la capacità di attirare i talenti informatici più bravi. Servono, infatti, team di esperti per il machine learning. è, inoltre, necessaria una potenza di elaborazione elevata e tecnologie sofisticate. Tutto questo non è alla portata di tutti.
«Per questo motivo, inizialmente, a beneficiare dell’Intelligenza artificiale sono stati soprattutto grandi gruppi con dotazioni economiche importanti, per esempio i giganti della tecnologia come Google, Amazon e Baidu»
racconta Gianturco. Google, per esempio, ha sviluppato i propri chip di IA al proprio interno per accelerare i processi di machine learning e utilizza il deep learning già dal lancio di Google Brain, avvenuto nel 2011. Amazon usa il machine learning per sviluppare nuovi rami di attività come Alexa, il suo assistente virtuale.
«Questi colossi, hanno lavorato a questa tecnologia per fini interni ma si sono anche dati da fare per far arrivare questo strumento a un mercato più ampio – dice l’esperto -. Anche per poter così approfittare di nuove fonti di business».
Nel settore dell’IA, ai big della tecnologia si sono aggiunte le grandi società di software per aziende come Salesforce, ad esempio, che ha integrato, Einstein, strumento di business intelligence della casa nel suo software Crm. Oggi l’azienda sostiene di fornire ai suoi utenti un miliardo di previsioni al giorno.
Novità le aziende
L’Intelligenza artificiale è comunque un territorio tutto nuovo e di non semplice gestione per le aziende. Da un sondaggio condotto da Deloitte, tuttavia, è emerso che le piattaforme di Intelligenza artificiale basate sul cloud aiutano le aziende a utilizzare al meglio l’IA, anche se non hanno le competenze giuste. Secondo l’indagine, le prime aziende che hanno adottato al proprio interno queste tecnologie si sono dette soddisfatte dei risultati. Le barriere sono superate attraverso i software aziendali che girano su cloud e che hanno una parte di IA al proprio interno. Questo modo di utilizzare e adottare l’IA ha dei vantaggi. Per esempio, solleva le imprese dal dover sviluppare proprie applicazioni.
Nel corso di quest’anno, le società avranno a loro disposizione una gamma sempre più ampia di servizi di Intelligenza artificiale aziendale. In questo mercato sta entrando anche Google che ha recentemente annunciato tre servizi di IA destinati a specifiche funzioni aziendali, come le risorse umane e il marketing.
In ogni caso, le due vie per un accesso facile all’IA, vale a dire quella del cloud e quella del software aziendale, stanno mostrando i primi risultati. Deloitte ha condotto un sondaggio in Usa tre le società early adopter e ha scoperto che la maggior parte di queste ha visto un significativo incremento dei propri risultati (Roi).
Di conseguenza un gran numero di società si è detto intenzionato a investire di più in IA, per ottenere altri vantaggi ancora, e mette in primo piano l’importanza strategica dell’IA (vedi figura). Le società che hanno risposto al sondaggio hanno detto di aver investito in media 3,9 milioni di dollari in IA, livello visto salire a quota 4,8 milioni nel 2019. Si tratta di un circolo virtuoso quindi che spingerà su un più rapido utilizzo a livello più massiccio dell’Intelligenza artificiale. La corsa sarà più veloce nel corso di quest’anno.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di aprile del magazine Wall Street Italia.