A cura di Aneeka Gupta, Associate Director of Research di WisdomTree
Nell’industria automobilistica è in corso una trasformazione radicale. Mentre infatti rallentano le vendite delle auto tradizionali, sono in aumento quelle delle auto elettriche (EV). Nel 2018 il numero complessivo di EV vendute a livello mondiale è salito a 2,1 milioni, con un tasso di penetrazione del mercato automobilistico che ha superato il 2,3%. Il mercato mondiale di EV è aumentato di sei volte dal 2013 e raddoppiato rispetto al 2015. Le auto elettriche a batteria (BEV) hanno registrato una crescita percentuale del 68,1%, seguita da quella delle auto elettriche ibride plug-in (PHEV), pari al 31,7%, e da quella delle auto elettriche a celle a combustibile (FCEV), attestatasi solo allo 0,2%. La netta preponderanza delle BEV rispetto alle PHEV conferma la maggiore sensibilità dei consumatori al tema dell’elettro-mobilità.
La Cina, maggior produttore al mondo di emissioni di gas a effetto serra, nel 2018 ha trainato la crescita con una quota pari al 55% del mercato globale di auto elettriche: un dato, questo, al centro della politica ambientale del governo cinese. Lo scorso anno le vendite di EV negli Stati Uniti sono salite alle stelle dell’82%, grazie soprattutto al Tesla, mentre nello stesso anno le vendite di EV in Europa sono cresciute a un ritmo più lento (33%).
I paesi nordici, e in particolare la Svezia, la Finlandia e l’Islanda, hanno compiuto grandi progressi nell’adozione di EV; con il suo boom nel settore, la Norvegia rappresenta un modello perfetto di adozione delle auto elettriche, che i mercati sviluppati potrebbero imitare entro i prossimi dieci anni. I produttori di EV potrebbero raggiungere entro il 2020 i 4,5 milioni di unità, ossia quasi il quadruplo della produzione attuale e circa il 5% del mercato mondiale complessivo dei veicoli leggeri.
Lo sviluppo tecnologico favorisce l’adozione di EV
I progressi tecnologici stanno riducendo i costi delle batterie e, stando alle previsioni, entro il 2025 dovrebbero rendere gli EV competitivi con i veicoli tradizionali. Il tempo necessario per la ricarica di un BEV, uno degli ostacoli principali che hanno trattenuto i consumatori dall’acquistare auto elettriche, si è ridotto da 40-60 minuti nel 2010 a circa 20-45 minuti nel 2019.
Le infrastrutture di ricarica sono inoltre in recupero: in Cina la capacità produttiva delle batterie ha registrato un rialzo improvviso e dovrebbe passare da 15 GWh nel 2016 a 110 GWh entro il 2020. Anche l’Europa sembra destinata a espandere la sua catena di approvvigionamento sostenibile delle batterie, come si evince chiaramente dall’annuncio nell’ottobre 2018 della Commissione europea di un investimento di 100 miliardi di EUR nella capacità produttiva delle batterie agli ioni di litio (LiB, Lithium-ion battery). La Commissione europea prevede inoltre di investire altri 50 miliardi di EUR per conseguire il proprio obiettivo, ossia disporre di un’offerta produttiva interna di LiB che consenta di soddisfare il fabbisogno crescente di EV in Europa.
La regolamentazione resta il cardine dell’elettro-mobilità
Ricche sovvenzioni e normative rigorose hanno contribuito in misura considerevole all’aumento di EV. Tuttavia, prevediamo che gli incentivi e le sovvenzioni scompariranno gradualmente, mentre la regolamentazione manterrà un’importanza centrale per l’adozione di auto elettriche su scala mondiale. Il progressivo incremento delle vendite di EV – ed il conseguente aumento dei costi legati al sovvenzionamento di tali vendite – hanno portato il governo cinese ad utilizzare il concetto di autonomia come parametro fondamentale per l’erogazione di sovvenzioni ed a concentrare l’erogazione delle stesse sulle auto con maggiore appeal a livello globale. La Cina infatti aumenterà del 10% le sovvenzioni per le auto con un’autonomia di almeno 400 km per stimolare ulteriormente lo sviluppo degli EV nella giusta direzione.
Nel frattempo, l’Europa si sta muovendo attivamente per rispettare l’accordo di Parigi sul clima e regolamentare la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. L’obiettivo è raggiungere, entro il 2021, una media di emissioni di CO2 pari a 117 gm/km, un’ulteriore riduzione del 15% entro il 2025 e un’altra riduzione del 37,5% entro il 2030 per i nuovi veicoli.
A differenza del resto del mondo, lo scorso anno il governo statunitense ha attuato politiche miste. Pur essendo ancora previsto il rimborso dell’imposta federale per le auto elettriche, la recente normativa fiscale lo ha limitato alle prime 200.000 auto elettriche plug-in vendute da uno stesso produttore. Una volta raggiunto il valore soglia gli incentivi si azzerano. Non solo gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo di Parigi, ma nell’aprile 2018 l’amministrazione Trump ha anche manifestato l’intenzione di allentare le norme sull’efficienza energetica dei combustibili.
A livello globale, ci aspettiamo che gli sviluppi per l’innovazione nella tecnologia delle batterie procedano ad un ritmo serrato, unitamente a una regolamentazione più rigorosa per accelerare l’adozione in massa delle auto elettriche. Crediamo che la diffusione dei veicoli elettrici sarà positiva per alcune categorie di materie prime come il nickel, il rame, l’argento ed elementi più piccoli come il cobalto e il litio.