Il nome stesso, fondo avvoltoio, lascia pensare a un comportamento predatorio rivolto verso bersagli indeboliti, eppure anche il modello di questi fondi può produrre esternalità positive impensate. Lo ha detto al Financial Times Arturo Porzecanski (American University) citando il celebre caso che vide contrapposti per 15 anni il fondo Elliott contro l’Argentina. E’ grazie a quella battaglia legale che migliaia di pensionati italiani poterono rivedere i propri soldi.
“È stato grazie al fondo Elliott che 50.000 pensionati in Italia sono stati pagati”, ha detto Porzecanski, “se non fosse stato per Elliott, non avrebbero avuto un centesimo. Le cause legali e gli i fondi avvoltoio hanno svolto in passato un ruolo molto costruttivo e spero che svolgeranno un ruolo molto costruttivo nella prossima ristrutturazione [del Venezuela]. Ciò inizia con la difesa dei tuoi diritti”.
Certo, la questione si ribalta se agli interessi dei creditori si sostituiscono quelli di una popolazione afflitta da una tremenda crisi economica, come quella venezuelana.
Azione deterrente fondi potrebbe evitare taglio eccessivo debito
La pratica di acquisire titoli di stato di Paesi in dissesto finanziario con lo scopo di portare alle vie legali il conflitto fra creditori ed emittente, insomma, contribuirebbe a tutelare gli interessi di tutti creditori – non solo quelli dei fondi interessati a far fruttare l’investimento.
In Argentina un accordo con la presidenza Macri è valso a Elliott 2,4 miliardi di dollari. Agli obbligazionisti italiani di tango Bond fu assegnato un risarcimento da 1,35 miliardi di dollari.
L’azione deterrente dei fondi avvoltoio potrebbe spingere il Venezuela a evitare un ristrutturazione del valore nominale del debito di proporzioni eccessive, sostiene il Ceo di Andean Capital, Daniel Osorio.
Con un taglio al 90% gli unici obbligazionisti interessati a comprare i titoli venezuelani diverrebbero “quelle persone che non vorresti come creditore se l’idea è evitare 15 anni di dispute legali”.