Dopo l’avvertimento della Banca d’Italia sul possibile ampliamento del deficit be oltre la soglia consentita dai vincoli di bilancio, i rendimenti dei Btp, sensibili alle notizie sulle finanze pubbliche, sono saliti.
L’istituto centrale di Via Nazionale ha detto che nel peggiore dei casi, ossia senza un aumento dell’Iva che è programmato ma che il governo vuole evitare, il deficit potrebbe raggiungere il 3,4% del Pil nel 2020. Nel 2021, sempre se non verranno prese misure fiscali particolari, il deficit è visto invece al 3,3% del prodotto lordo.
I tassi dei Btp sono saliti quindi di 3-7 punti base lungo tutta la curva dei rendimenti. Lo Spread tra Italia e Germania sulla scadenza decennale di riferimento si è di conseguenza allargato, mentre Piazza Affari ha perso slancio ieri. Oggi il ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria ha precisato che in assenza di misure alternative le clausole di salvaguardia non potranno essere disinnescate e l’incremento dell’IVA sarà inevitabile.
Ma il MoVimento 5 Stelle in un comunicato ha fatto sapere che l’esecutivo non ha alcuna intenzione di alzare l’imposta sui consumi. Per farlo l’intenzione è quella di ridurre le spese pubbliche e di aumentare le entrate tributarie combattendo l’evasione fiscale. “L’IVA non aumenterà. Le clausole di salvaguardia saranno disinnescate, come già avvenuto nell’ultima legge di Bilancio“.
Stiamo lavorando alla spending review, al riordino delle tax expenditures e al contrasto dell’evasione fiscale. Vi sono formalismi tecnici europei che impongono ai Governi di inserire queste clausole, che ci portiamo dietro da anni, ma l’IVA non aumenterà perché non vi è alcuna volontà politica di farla aumentare”. È questo il contenuto di una nota redatta dai membri della Commissione Bilancio della Camera della prima forza politica di governo.
Tassi Btp salgono ma restano sotto i massimi del 2018
Il rendimento decennale, che negli ultimi giorni era sceso progressivamente, è cresciuto 7 punti base ai massimi di una settimana del 2,63% prima di attestarsi in chiusura al 2,6%. Livello su cui viaggiano anche oggi. Il differenziale tra Btp e Bund a 10 anni si è allargato a 258 punti base, mentre stamattina vale circa 252 punti base.
L’alert sul deficit ha evidentemente innervosito gli investitori, i quali temono che l’Italia violerà le regole di bilancio. “Violare la soglia del 3% nei prossimi tre anni vorrebbe dire non rispettare le regole europee”, ha sottolineato a Reuters lo strategist di Natixis Cyril Regnat.
Significherebbe incorrere quasi certamente in una procedura di infrazione. A meno che l’esecutivo non ricorra a misure straordinarie al momento indesiderate. “Saranno costretti ad aumentare l’IVA se vogliono stabilizzare le finanze pubbliche”. In tutti i casi si tratta di un evento un molto negativo per i BTp”, i bond governativi italiani.
Nonostante l’incremento delle ultime 24 ore, tuttavia, i rendimenti dei Btp restano ben al di sotto dei massimi del 2018. L’anno scorso la coalizione giallo verde era impegnata in un braccio di ferro con l’Unione Europea sui conti pubblici. Lo scenario rischia di ripetersi dopo le elezioni europee di fine maggio, quando Bruxelles si esprimerà nuovamente sui piani del governo. Il rendimento decennale rimane 110 punti base sotto il picco del 3,711% toccato a novembre 2018.
Nel frattempo i rendimenti dei Bund sono scesi leggermente ai minimi di seduta allo 0,042% ieri dopo che le autorità della Bce hanno espresso dubbi circa la ripresa a lungo termine dell’area euro nella seconda parte dell’anno. Oggi scambiano intorno allo 0,06%. Stando a quanto riferito da quattro fonti a Reuters, alcuni funzionari del board ritengono che le previsioni dell’istituto siano troppo ottimiste tenuto conto delle tensioni su fronte commerciale e della debolezza in Cina.