La Fiat trova nuovo smalto a Piazza Affari, e con la rapida soluzione alle inattese dimissioni da amministratore delegato di Giuseppe Morchio, chiude la seduta a un prezzo di riferimento di 6 euro (+4,6%).
Gli scambi sono vertiginosi, per 76,5 milioni di pezzi (quasi il doppio dei 42,2 milioni della vigilia) e pari al 9,5% del capitale ordinario.
I forti volumi di titoli ordinari Fiat trattati oggi, spiegano dalle sale operative, sono legati soprattutto agli acquisti provenienti dall’estero “un pò per la ricopertura delle posizioni, un pò per l’apprezzamento verso i nuovi vertici del gruppo”.
In particolare, dice un trader, Luca Cordero di Montezemolo, quale nuovo presidente del Lingotto, “rappresenta l’immagine per eccellenza del made in Italy all’estero e questo non potrà che fare bene alla Fiat, oltre che a garantire la continuità della famiglia Agnelli in attesa della crescita della quinta generazione”.
Ci sono inoltre diversi elementi positivi, rileva da parte un analista del settore automobilistico, su cui riflettere: “Sergio Marchionne – spiega – è un manager molto più noto e apprezzato all’estero che in Italia, non assimilabile a Paolo Fresco che pure ha sviluppato tutta la sua esperienza all’estero”. “L’esperienza internazionale di Marchionne – aggiunge – va bene e a questo si aggiunge una capacità manageriale e gestionale di ottimo livello.
Poi, dopo gli arrivi di Herbert Demel a Fiat Auto e Martin Leach alla Maserati, tre manager operativi comprendendo Morchio sarebbero stati troppi”. E ancora: c’é attenzione e prudenza sulla portata di alcune affermazioni emerse in conferenza stampa dopo il cda sulla nomina di Marchionne, come quelle di John Elkann (vicepresidente del Lingotto) relative alla accelerazione del piano industriale.
“Bisogna capire a cosa si ci si riferisce, se al processo di ristrutturazione sul fronte della corporate action o ad altro”, prosegue, mentre dal “punto di vista finanziario non capisco cosa si possa fare”. Il mercato, comunque, “ha ampiamente scontato la sorpresa Morchio”. “La squadra definita – conclude l’analista – è molto ben fatta e credo che i risultati duraturi dovremmo vederli sul lungo periodo. Va bene acquistare nuove quote di mercati grazie ai nuovi modelli, ma con l’attuale contesto economico non si possono aspettare miracoli”.
E magari con Leach in cabina di regia potrebbe decollare il polo dell’auto del lusso, “quello ad alta marginalità con Ferrari, Maserati e Alfa Romeo, idea cara a Montezemolo e però stoppata da Morchio”. Positivo, infine, l’andamento dei titoli Fiat nella versione privilegio (+3,43% a 3,615) e risparmio (+3,45% a 3,45), mentre le holding di casa Agnelli Ifil e Ifil segnano guadagni più contenuti: nel primo caso con un rialzo dello 0,56% a 2,866 (+1,34% a 2,717 le risparmio) e nel secondo dell’1,42% a 7,714.