Gli Stati Uniti hanno deciso di non rinnovare, alla loro scadenza all’inizio di maggio, le esenzioni per l’import di petrolio iraniano concesse ad otto Paesi, tra cui l’Italia. In caso contrario scatteranno sanzioni. Lo ha annunciato la Casa bianca, spiegando che la decisione “mira ad azzerare l’export di petrolio iraniano, negando al regime la sua principale fonte di entrate”.
Annunciando lo stop alle esenzioni per l’import di petrolio iraniano, la Casa Bianca ha sottolineato che “Usa, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, tre dei più grandi produttori di energia, insieme ai loro amici ed alleati, sono impegnati ad assicurare che i mercati globali del petrolio restino forniti in modo adeguato”. “Abbiamo concordato di prendere azioni al momento giusto per garantire che la domanda globale sia soddisfatta, mentre tutto il petrolio iraniano e’ rimosso dal mercato”, spiega la Casa Bianca.
“L’amministrazione Trump e i suoi alleati sono determinati a sostenere ed espandere la campagna di massima pressione economica contro l’Iran per mettere fine all’attività destabilizzante del regime che minaccia gli Stati Uniti, i nostri partner ed alleati, e la sicurezza in Medio Oriente”, si legge in un comunicato della Casa Bianca. La decisione del presidente di eliminare le esenzioni, prosegue la nota, “segue la designazione del corpo dei guardiani della rivoluzione come organizzazione terroristica straniera, dimostrando l’impegno degli Usa a spezzare la rete del terrore iraniano e a cambiare i comportamento maligno del regime”. Gli Usa plaudono “al sostegno dei nostri amici ed alleati in questo sforzo”.
Pesanti le critiche arrivate dalla Cina, che si oppone “alle sanzioni unilaterali e alla giurisdizione ad ampio raggio”, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, per il quale gli accordi siglati di Pechino con Teheran sono “ragionevoli e legittimi”. La Cina è tra i principali importatori di greggio dall’Iran.
Tre degli otto Paesi esentati avevano già cominciato a ridurre la loro importazione di petrolio dall’Iran: Italia, Grecia e Taiwan. Gli altri cinque sono Cina, India, Turchia, Giappone e Corea del Sud.
Immediata la reazione del mercato del greggio. Questa mattina il Brent segna un rialzo del 3% a $74 dollari al barile, mentre il Wti cresce del 2,67% a 65,72 al barile.