Dopo la fattura elettronica arriva un nuovo scontrino fiscale. Dal 1° luglio lo scontrino rilasciato dai negozianti dopo un acquisto non avrà più valore fiscale ma solo commerciale. Cosa significa? Che il documento cartaceo sarà utile solo in caso di resi o sostituzioni in garanzia visto che di fatto servirà soltanto per eventuali sostituzioni dei prodotti.
Spetterà poi al commerciante comunicare i dati fiscali di ogni acquisto all’Agenzia delle Entrate con i nuovi registratori di cassa digitali e con un apposito software. Il nuovo piano sugli scontrini è stato inserito nell’ultima legge di Bilancio ma ad oggi mancano i dettagli operativi del Ministero dell’economia e delle finanze.
Dal mondo politico si leva un coro di proteste contro la misura voluta dal governo giallo-verde. Su Facebook, Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia denuncia:
Continua la vessazione burocratica ai danni di chi combatte ogni giorno nella trincea dell’economia reale. Dopo la follia della fattura elettronica, solo chi non ha idea di come funzioni il mondo del lavoro può pensare di imporre lo scontrino digitale dall’1 luglio!
Ma anche gli stessi esercenti esprimono forti preoccupazioni come rende noto Sangalli, presidente di Confcommercio in una lettera indirizzata al ministro dell’economia Giovanni Tria:
In considerazione del ritardo nell’emanazione dei decreti attuativi e delle possibili difficoltà operative connesse alle problematiche tecniche che le imprese si troveranno ad affrontare nell’adeguamento del parco macchine esistente e nella sostituzione dei registratori di cassa con i nuovi registratori telematici, Confcommercio chiede al governo di rinviare al 1° gennaio 2020 l’ entrata in vigore dell’ obbligo per i commercianti al dettaglio di trasmissione telematica dei corrispettivi anche per i soggetti con un volume d’ affari superiore a 400 mila euro (…)
“Si ritiene che i tempi per l’ entrata in vigore dal prossimo luglio del nuovo obbligo, peraltro introdotto a soli pochi mesi dall’obbligo della fatturazione elettronica nei rapporti tra soggetti privati e in concomitanza del debutto in dichiarazione dei redditi dei nuovi “Indici sintetici di affidabilità fiscale” (Isa), siano troppo brevi”.