Per continuare a seguire la crescita e i progetti del gruppo, Azimut ha definito una nuova governance societaria con la nomina di Gabriele Blei nel ruolo di amministratore delegato, al quale si affiancano come amministratore delegato e direttore generale Paolo Martini, come amministratore delegato e Cfo Alessandro Zambotti, e come amministratori delegati Massimo Guiati e Giorgio Medda. Alla presidenza è stato riconfermato Pietro Giuliani. La nuova organizzazione del gruppo segue le dimissioni di Sergio Albarelli presentate lo scorso mese di dicembre.
Più in particolare Paolo Martini avrà ampie deleghe per lo sviluppo della rete Italia nonché sul progetto Azimut Libera Impresa, oltre ad avere responsabilità mondiali sul marketing; Alessandro Zambotti continuerà ad avere ampie deleghe nell’area amministrazione e finanza, allargate a livello mondiale; Massimo Guiati avrà ampie deleghe per lo sviluppo della distribuzione a livello mondiale mentre Giorgio Medda avrà ampie deleghe per lo sviluppo delle società prodotto a livello mondiale.
Nel corso dell’assemblea dei soci è stato approvato il bilancio dello scorso esercizio che si è chiuso con un utile netto di 122,1 milioni (rispetto ai 214,8 milioni di euro nel 2017). L’assemblea ha inoltre approvato la distribuzione di un dividendo di 1,50 euro per azione (pari ad un payout del 141%) al lordo delle ritenute di legge (rispetto a 2 euro per azione del 2017). Il dividendo di 1,50 euro sarà pagato per un minimo di ¾ per cassa e per il rimanente in azioni proprie detenute in portafoglio dalla società.
Al termine dell’assemblea il presidente Pietro Giuliani ha sottolineato “nonostante il 2018 sia stato impattato dal difficile andamento dei mercati finanziari globali, il Gruppo sarà in grado di distribuire un dividendo di 1,50 euro per azione, che ci porta per il secondo anno consecutivo ad essere la società con lo yield più alto all’interno del Ftse Mib. Questo livello di dividendo è concepito sulla base di un utile netto di 300 milioni di euro nel 2019, anno nel quale si conclude il piano quinquennale presentato nel 2014. Condividiamo la soddisfazione dei nostri clienti che godono di una performance media ponderata netta di oltre il 6%da inizio anno (oltre l’1% in più rispetto alla media dei nostri concorrenti). Ci aspettiamo inoltre di presentare ai nostri azionisti dei risultati del primo trimestre 2019 che potrebbe essere uno dei migliori della storia di Azimut.
Nel settore del risparmio gestito iniziano ad essere evidenti alcuni segnali di criticità, tra cui la pressione sui margini (come ci insegnano i grandi asset manager come Blackrock, Amundi e Vanguard), la iper-regolamentazione, e il crollo delle barriere geografiche. L’avvento di internet e della comunicazione globale tramite web ha cancellato le appartenenze nazionali salvo sul versante della distribuzione che ancora, in parte, tiene sulla barriera socio-culturale. Di fronte a queste pressioni convergenti, il rischio di marginalizzazione per gli operatori radicati solo localmente è reale. La scelta di essere presente in tutti i continenti è stata per Azimut una condizione di continuità del business e la base per dotarsi di nuove competenze realmente internazionali.
Le scelte di governance recentemente comunicate vanno appunto in questa direzione. Abbiamo voluto ai vertici del gruppo manager giovani che però hanno già dato prova di sapersi muovere con abilità in diversi mercati anche molto lontani dalla nostra cultura. Manager ai quali affidare deleghe diversificate e complementari. Il risultato che ci aspettiamo è un team coeso, affiatato, dotato di qualità imprenditoriali e in grado di affrontare con successo le sfide del prossimo decennio.”