È un Macron a 360° quello che, dopo il periodo di depressione passato rinchiuso a palazzo per l’assedio dei gilet gialli, si ripresenta sulla scena francese, europea ed internazionale. Cominciando con un taglio di portata nazionale, il presidente francese, rivolgendosi ai gilet gialli, ha parlato di aumenti salariali e riduzione delle tasse, a patto che i francesi lavorino i più.
Sempre con riferimento alla sua nazione, Macron vuole eliminare la lingua italiana dalla scuola francese: con la nuova riforma del liceo, il numero dei posti messi a concorso vede da un paio d’anni una caduta senza precedenti. Negli ultimi due anni, all’agrégation esterna (ovvero il concorso per gli insegnanti universitari) questo numero è stato dimezzato (con soli 5 posti nel 2019, un numero “derisorio, se non umiliante”, secondo quanto riferito su Le Monde da un collettivo universitario
Nel frattempo quello del Capes esterno (cioè il concorso per insegnare nelle scuole) è passato da 28 a 16. Nel 2014, 2015 e 2016 i posti erano invece 35, mentre nel 2013 addirittura 64. Nessun’altra lingua vivente, nello stesso periodo, ha subito amputazioni tanto violente da parte del ministero dell’Istruzione.
Truppe militari francesi ai confini con la Russia
Ma Macron e il suo governo non si è fermato qui. A livello internazionale, infatti, ha deciso di schierare le proprie truppe militari in Estonia ai confini con la Russia, come indicato in una nota dall’ambasciata francese in Estonia.
Più precisamente, l’arrivo via treno previsto per il 23 aprile comprendeva un totale di 300 soldati, 5 carri armati Leclerc e 20 veicoli blindati, compresi 13 veicoli corazzati da combattimento (VCC), nei quadri della missione FRA-EFP LYNX e per un periodo di quattro mesi.
Le truppe saranno schierate nella città estone di Tapa, che dista 140 chilometri dal confine russo.
La nota, inoltre, specifica quanto segue:
“La missione FRA-VET LYNX è il contributo della Francia al rafforzamento del fianco orientale della NATO nei tre Paesi baltici e in Polonia. Per la prima volta i soldati francesi sono stati schierati a Tapa tra marzo e dicembre del 2017″.
Qualcuno, invece, come il giornalista esperto di geopolitica Cesare Sacchetti dal suo profilo Twitter e altri commentatori, sostengono che queste mosse mettano a repentaglio la pace europea. Sacchetti sostiene inoltre che le decisione prese sulle ore lavorative rischiano che le proteste violente in Francia diventino la “condizione permanente”.
Macron ha annunciato l'incremento dell'orario di lavoro. Macron è pronto a far bere ai lavoratori francesi il calice delle riforme strutturali. Macron sta attaccando il cuore dello Stato sociale. La violenza in Francia diventerà condizione permanente.https://t.co/mMEtRdWEnJ
— Cesare Sacchetti (@CesareSacchetti) April 29, 2019