Il 7 maggio Intesa SanPaolo dovrà pubblicare i conti e nell’attesa gli analisti di Berenberg mettono sotto la lente la maggiore banca italiana per capitalizzazione e non esce fuori un giudizio positivo.
Berenberg difatti ha sottolineato che a lungo il titolo di Intesa SanPaolo è stato collocato dal mercato visto il suo rendimento elevato da dividendo e la percezione di solidità patrimoniale, ma proprio questo rendimento è stato sostenuto secondo i broker da guadagni una tantum, mentre il Cet1 ratio fully loaded si trova oggi nel quartile più basso delle banche europee.
La banca guidata da Carlo Messina rischia di soffrire a causa del debole contesto macroeconomico dell’Italia che potrebbe limitare la capacità dell’istituto di produrre ricavi. Gli esperti così ritengono che il titolo sia sopravvalutato e di conseguenza, hanno tagliato il rating da Hold a Sell e ridotto il target price da 2,20 a 1,85 euro per azione.
Sono tre le ragioni per cui gli esperti di Berenberg hanno tagliato il rating della banca: il primo è che il Cet 1 si colloca nella parte bassa dei titoli finanziari europei, poi l’80% dei ricavi del gruppo è esposto a un solo Paese, l’Italia, con prospettive di crescita deboli e infine i broker credono che il mercato resterà deluso perché gli utili non saranno all’altezza delle aspettative.
Se Intesa viene in un certo senso “bocciata” gli esperti preferiscono come titolo in Italia Unicredit che per i broker un Buy, e questo perché il gruppo guidato dall’amministratore delegato Jean Pierre Mustier offre una migliore remunerazione del rischio.
La banca di Piazza Gae Aulenti però genera solo il 49% dei suoi ricavi in Italia rispetto all’80% di Intesa e ha un Npe ratio del 7,7% rispetto all’8,8% di Intesa. Inoltre Unicredit ha un Cet1 ratio fully loaded più alto, del 12,1%, rispetto al 12,0% di Intesa.