Arriva un’altra sorpresa positiva per Donald Trump dal mercato del lavoro. Gli Stati Uniti hanno creato più posti del previsto in aprile, battendo di netto le attese: 263 mila posizioni contro le 190 mila unità anticipate da Wall Street.
I numeri sono decisamente più alti sia di quelli di marzo (+189 mila posti di lavoro, ritoccati al ribasso da +196 mila) sia di febbraio (+56 mila, dati rivisti in meglio di 33 mila unità) e indicano pertanto una bella accelerazione nel secondo trimestre. La cifra è inoltre decisamente della media mensile degli ultimi 12 mesi di oltre 213.000. Negli ultimi tre mesi la media di posti di lavoro creati è dunque di 169.000.
Ormai è da nove anni che non si vedono dati negativi.
Unita nota negativa i salari orari fermi
Anche il tasso di disoccupazione è calato più del previsto attestandosi al 3,6% dal 3,8%. Unica pecca del report governativo, come spesso è avvenuto nei rapporti occupazionali dei mesi del 2018, è quella riguardante i salari orari, che sono cresciuti del 3,2% su base annuale.
Insomma, il mercato occupazionale continua a trovarsi in un contesto paradossale di piena occupazione, con una crescita costante delle posizioni create, ma accompagnato un’inflazione salariale tiepida. Il contesto “Riccioli d’Oro” è evidente: l’aumento mensile dello 0,2% dei salari orari medi è inferiore alle previsioni ed è identico a quello visto in marzo.
A livello settoriale, i risultati migliori sono quelli realizzati nelle costruzioni (+33.000), nei servizi professionali e aziendali (+76.000), nell’istruzioni e nei servizi sanitari (+62.000). Si sono invece distinte in negativo le aree del manifatturiero (+4.000) e del retail (-12.000) in calo per il terzo mese consecutivo.