Brave ed esperte. E leader nei propri settori di competenza. Ecco chi sono e cosa faranno le tre top manager arrivate da poco in Banca Generali per esaltare l’offerta private.
Banca Generali cala un tris d’assi per continuare a crescere nel mondo private. Ma non è un tris qualsiasi. Si tratta di tre assi di cuori: Maria Ameli (responsabile attività corporate Direzione Wealth Management), Alida Carcano (ceo Valeur Fiduciaria), Melania D’Angelo (responsabile progetto Hub certificate Banca Generali).
Tre top manager donne, con una grande esperienza alle spalle e altrettanta preparazione e sensibilità, arrivate per esaltare quella qualità e quella professionalità che sono tra i valori più importanti che il mercato e in particolare la clientela riconoscono a Banca Generali. La mossa permette alla banca di fornire soluzioni esclusive e innovative a famiglie private dai bisogni sempre più spesso complessi e differenti.
Non solo. Forte di una gamma di offerta ancor più ampia e diversificata, Banca Generali può così presentare nuove soluzioni al servizio anche delle imprese e degli imprenditori, oltre ad caratterizzarsi per un approccio fortemente distintivo sulle tematiche della sostenibilità.
Grazie alle tre professioniste, l’approccio al wealth management e il modello in architettura aperta di servizi dell’istituto guidato dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa costituiscono sempre di più un’eccellenza sul panorama italiano e un vero e proprio unicum anche sul mercato svizzero dove c’è grande domanda per soluzioni personalizzate.
Ma quale sarà nel dettaglio il valore aggiunto portato con se dalle tre manager? Wall Street Italia lo ha chiesto direttamente a loro. Ecco cosa ci hanno risposto.
Ameli, un corporate di qualità
Perché hai deciso di affiancarti a Banca Generali?
«Mi hanno molto colpito la qualità delle persone e il progetto che abbiamo condiviso col top management. I clienti hanno bisogno di una banca che sappia coniugare solide competenze nei servizi tradizionali con la capacità di innovare. Stiamo preparando delle iniziative all’avanguardia per avvicinare il risparmio privato alle Pmi, e per le operazioni di club deal puntiamo alla selezione di start up innovative per tecnologie e modello di business».
Quali sono le qualità distintive nel progetto della Banca?
«Banca Generali è la realtà che meglio sposa un approccio strutturato e attento alla gestione del patrimonio e dei rischi con una grande agilità nel tradurre l’innovazione in servizi per il cliente. Con questo approccio le prospettive del venture capital e dei club deal possono assumere nuovi contorni. Gli investimenti nell’economia reale consentono di avvicinarsi al territorio e agli imprenditori ed esprimono potenzialità di ritorni molto interessanti diversificando il rischio dalle variabili di mercato».
Come si integra il tuo servizio nel piano di crescita?
«Rafforza la consulenza e le opportunità di diversificazione sia lato investimenti sia come servizi alle imprese. Il club deal permette all’investitore di contribuire al successo dell’investimento apportando non solo capitale ma anche network, competenze ed esperienze. Ciascun investitore conosce nuovi potenziali partner ampliando in modo esponenziale le conoscenze. Con i servizi di wealth management e le attività corporate andiamo oltre la gestione del patrimonio mobiliare occupandoci dell’azienda, del patrimonio immobiliare e artistico».
Carcano, la view internazionale
Quali sfide ti hanno convinta ad entrare in Banca Generali?
«Nelle mie esperienze ho avuto a che fare con piazze finanziarie protagoniste nel private banking mondiale. Con Banca Generali ho trovato un player degno degli standard internazionali e allo stesso tempo dinamico. Sempre più spesso mi trovo a confrontarmi con famiglie private dai bisogni complessi e differenti. Il capoazienda o colui che ha creato il patrimonio, il figlio che gli è subentrato, e il nipote che sta finendo gli studi. A questo si aggiungono le donne, sempre più legate al controllo della ricchezza. La sfida è riuscire a dialogare con tutti loro».
Quali sono gli elementi distintivi del progetto?
«Il mercato elvetico gode di un’indiscutibile storia ed esperienza nel wealth management. È stato però stravolto da cambiamenti regolamentari e fiscali. Con Valeur Fiduciaria abbiamo voluto costruire una realtà che guardasse al futuro; ora con Banca Generali siamo pronti per fare un salto ulteriore quantitativo e qualitativo. Sfruttando non da ultimo la forza del brand».
Come si integra Valeur nel piano di crescita della Banca?
«È il primo passo di Banca Generali verso l’estero. La versatilità della banca di servizi e la forza nell’accompagnare i banker nella consulenza su misura è incredibile! La nostra struttura accompagna famiglie e investitori nelle scelte gestionali e il supporto della banca garantisce nuovi orizzonti nella pianificazione e protezione patrimoniale».
D’Angelo, soluzioni ‘certificate’
Cosa ti ha convinto ad affiancarti a Banca Generali?
«In primis il disegno strategico e l’entusiasmo del top management. Nelle prime linee della banca e nei vertici della rete ho subito colto una coesione e una ricerca di eccellenza senza eguali. Ho deciso di investire sul capitale umano delle persone che in prima battuta ci mettono il cuore e la testa ogni mattina visto che sono fermamente convinta che la qualità degli individui e la cultura aziendale fanno grandi le società».
Quali differenze nel progetto e nella view della Banca rispetto a quanto presente sul mercato?
«Un progetto unico sul segmento dei certificati è quello che cercavo da tempo. Si tratta di un asset class di nicchia che richiede grande esperienza, un approccio tailor made e continua formazione in un contesto sempre più mutevole. Ed è in questa direzione che Banca Generali vuole diventare un punto di riferimento forte di una piattaforma aperta di servizi sul mercato primario e sul secondario».
Come si colloca il tuo servizio nel piano di crescita della banca?
«Formazione dei consulenti, innovazione nei prodotti attraverso un asset class flessibile e diversificata ed un orientamento ai servizi in primario e in secondario sono gli elementi che contribuiranno alla crescita nei prossimi anni di Banca Generali nel segmento dei certificati. Un servizio private che si inserisce nell’offerta wealth management per la diversificazione e protezione dei portafogli».
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di aprile del magazine Wall Street Italia.